Inaugurata a Roma la mostra “TIFFANY & GALLÉ e i maestri dell’Art Nouveau dal Museo di Arti Applicate di Budapest”, oltre 90 opere di eccezionale qualità ospitate presso le sale di Palazzo Caffarelli ai Musei Capitolini fino a domenica 28 aprile 2013. I capolavori della mostra, selezionati dalle collezioni del Museo di Arti Applicate di Budapest, giungono a Roma per illustrare l’epoca d’oro dell’Art Nouveau, nell’ambito delle iniziative dedicate all’Anno Culturale Ungheria-Italia 2013.
Obiettivo ideale del progetto espositivo è quello di ripercorrere, attraverso alcune opere esemplari, la straordinaria stagione dell’Art Nouveau, con le sue novità tecnologiche e artistiche, le contaminazione tra generi diversi e le reciproche influenze fra artisti nell’Europa degli anni a cavallo tra l’Esposizione Universale di Parigi del 1889 e la Prima Esposizione Internazionale d’Arte Decorativa Moderna di Torino del 1911. La collezione ospitata ai Musei Capitolini rende dunque omaggio a questa fase di splendore dell’Arte Nuova, inconfondibile nella freschezza stilistica delle forme ”naturali” e nei raffinati cromatismi di una materia elegantemente lavorata, in equilibrio fra astrazione e realtà.
Ispirazione e linee che risaltano negli oggetti decorativi in vetro e ceramica – la sezione più ampia dell’esposizione – ideati dall’americano Louis Comfort Tiffany, dal francese Emile Gallè e dai fratelli Daum, maestri vetrai di Nancy, opere raffinate che hanno influenzato e stimolato la produzione di oggetti d’arte decorativa in Ungheria e non solo. Ad impreziosire la mostra anche una fine selezione di gioielli e tessuti, disegnati e realizzati da József Rónai Rippl, Ottó Eckmann e manufattura Zsolnay.
LE SEZIONI – Il percorso mostra è articolato in 6 sezioni. La prima, Colori vivaci, luci nuove, sintetizza la semplicità delle linee e la varietà delle forme. Fra le opere esposte, a titolo d’esempio, il “Pavone” (1898 ca.,Tiffany), vaso decorativo a strati, iridescente, con fili di vetro incorporati, o il “Vaso decorativo lustrato di vari colori” (1894 ca.,Tiffany), una lavorazione a vetro soffiato dipinto. Ancora, la “Lampada da tavolo con paralume di vetro Tiffany” (1890-1900, The Duffner and Kimberly Company), con tasselli di vetro dai colori cosiddetti “opacizzanti” , che rappresenta senza dubbio uno dei più noti prodotti di Tiffany.
La seconda sezione è dedicata alle Forme organiche e alla relazione tra l’Art Nouveau e motivi floreali. Tulipani, fiori di papavero, steli di orchidee vengono magistralmente usati per creare calici e vasi in vetro dalle forme fantasiose ispirate alla natura: esemplari di questa lavorazione il “Vaso con petali lussureggianti d’iride” (1896-7,Wallander) o “Chachepot” (1900 ca., P.Horti), o ancora il “Vaso decorativo con steli d’orchidea” (1900, Gallè).
Nella terza sezione troviamo Culture lontane, tradizioni antiche. Ad influenzare la maggior parte delle opere di Tiffany e di Gallè sono due correnti artistiche dell’epoca: il Movimento estetico e il Giapponismo (japonisme , influenza che l’arte giapponese ha avuto sull’Occidente). Di gusto squisitamente orientaleggiante, ad esempio, il “Vaso con crisantemi” (1896 ca. Gallè) o il pezzo fuoriserie “Vaso decorativo marrone e color miele con decorazione screpolata”,(1897, Gallè). Accanto, le più antiche tradizioni e la qualità dell’oreficeria ungherese sono esaltate nel “Fermaglio per mantello da donna”(1904 ca.,Gyula Hay) o nel “Pendaglio a forma di pesce volante” (1904 ca., Tarjan /Huber).
La quarta sezione è dedicata al lusso delle materie. Grazie al valore dei materiali usati, all’alto livello di manifattura, all’eleganza della forma, anche oggetti di uso quotidiano diventano veri oggetti di lusso. Fra i capolavori esposti: “Lampada a petrolio” (1898 ca., Selmersheim), il “Piattino con rami di vischio” (1895 ca.,Pierre Clement Massier) o il “Set per spezie in scatola decorativa” (1899-1900 ca, Tiffany).
La quinta sezione è interamente dedicata alla natura in casa nostra. Dalla terra all’acqua, fra frutta, fiori e insetti: tutti questi elementi ricorrono nei tessuti e nei lavori in vetro e ceramica di questa sezione. Pregevole, fra i tanti esemplari, il “Vaso con verso poetico e dettaglio di foresta” (1900, Gallè), della serie Verreries Parlantes, che reca alla base un verso tratto da la Notte di Victor Hugo: “Les arbres se parlent tout bas”.
Infine, il mondo del simbolismo. Atmosfere oniriche, vene surreali, temi figurativi che spaziano dalla mitologia classica a quella ungherese, evocano un mondo fantastico che va oltre la storia e la realtà. Così, ad esempio, il “Vaso con testa di fauno” (inizio ‘900, Telcs), o l’arazzo “Donna in rosso con rosa” (1898, Rippl-Ronai).