La Puglia è sorprendentemente ricca di opere d’arte del Cinquecento veneziano, una collezione molto vasta in mostra a Bitonto (Bari) fino all’8 aprile 2013. Tiziano, Bordon e gli Acquaviva d’Aragona Pittori veneziani in Puglia e fuoriusciti napoletani in Francia, questo il titolo dell’esposizione in corso presso la Galleria Nazionale della Puglia «Girolamo e Rosaria Devanna», pone al centro un inedito e notevole dipinto per la prima volta attribuito a Paris Bordon, raffigurante Il ritratto di Giulio Antonio II Acquaviva d’Aragona, attualmente in raccolta privata inglese e mai esposto prima d’ora.
L’opera, in un primo tempo attribuita a Tiziano, fu presto dimenticata ma oggi è stata riportata alla piena leggibilità grazie a un recente e accurato restauro che ha permesso ad Andrea Donati, curatore della mostra insieme a Nuccia Barbone Pugliese e Fabrizio Vona, di riconoscervi un autentico lavoro di Bordon.
La mostra, dunque, da un lato fa luce su un periodo storico della Puglia poco esplorato, indagando le relazioni culturali ed economiche che legavano questa regione al regno di Napoli con la Serenissima, dall’altro intende valorizzare alcune opere venete presenti sul territorio a cominciare dal Ritratto di gentiluomo di Tiziano, esposto nella Galleria Nazionale della Puglia e sottoposto a indagini diagnostiche che stanno rivelando interessanti dati conoscitivi.
Oltre al dipinto di Bordon e alle opere coeve di autori veneti conservate presso la Galleria Nazionale di Puglia, saranno esibiti circa venti dipinti di grande rilievo provenienti da collezioni private.
In mostra anche capolavori provenienti da edifici di culto del territorio, che danno diretta testimonianza dell’importanza assunta dalla pittura veneta in Puglia nel XVI secolo, come la pala raffigurante San Francesco d’Assisi (cm 245 x 146) proveniente dall’omonima chiesa di Gallipoli, opera del Pordenone che viene ora restituita alla sua piena leggibilità, e la Natività di Savoldo dalla chiesa Santa Maria la Nova di Terlizzi.
Tra i meriti di questa eccezionale mostra di studio e ricerca, vi è l’aver ricondotto in Puglia, per l’occasione, quella che per la gran parte degli studiosi appare accreditata come la cimasa della pala d’altare realizzata da Lorenzo Lotto per la Chiesa di San Felice a Giovinazzo (successivamente trasportata in San Domenico), datata1542.
All’esposizione si aggiunge in catalogo l’attenta ricognizione storico-topografica delle opere d’artisti veneti del Cinquecento in ambito regionale, dai Vivarini a Palma il Giovane, condotta da Nuccia Barbone Pugliese, che evidenzia una terra profondamente legata alla Serenissima specialmente lungo la costa marittima.