Si predica legalità e si raccoglie illegalità, pianta fiorente anche nell’epoca moderna. Già l’Adriatico ed il Mediterraneo furono percorsi da non rispettosi del neminem laedere, ai quali il senato romano insegnò le buone maniere. Erano tempi in cui ordinarie azioni di governo risolvevano problemi e ai bambini si insegnava a prendere nota dei buoni esempi da seguire, perché, non ancora, come oggi, tanto cresciuti, da sapere come far filar diritto grandi, eventualmente deviati.
Indiscutibili successi della Legge portano nelle carceri nuovi ospiti, provenienti da gioventù nata storta e soprattutto da gioventù non indirizzata giustamente, cioè non istruita, come buon senso, legge e necessità impongono, ma distratta ed infine dotata di diplomi, pur senza obiettive possibilità di utilizzo: illegalità alletta, mentre legalità, che in concreto distribuisce tante parole e qualche temporaneo sostegno, non riesce a dare funzione certa per una esistenza normale. Società costretta, ricattata, orientata, infiacchita e confusa da quotidianità non sempre esemplare, segue vanteria ed ipocrisia e, non smaliziata, confonde favole con storie vere, dando esempio di notevole flessibilità e finendo per adattarsi pure ad ignoranza, ad ipocrisia, ad idee sbagliate, ad ambienti inquinati, a violenza, a mafia, a ‘Ndrangheta, a camorra ed a più o meno loro connesse corruzione e raccomandazione: criminalità, già non sempre denunciata, gode ormai simpatia anche in comunità lontane dalle zone di origine. Vignette, barzellette, battute, motti, detti e certa letteratura, divertendo e distraendo, diventano pensiero dogmatico, che fa accettare spontaneamente, orgogliosamente e religiosamente ignoranza, degrado ed arretratezza: creatività di moda allontana studi, programmi e progetti per eliminare povertà e disoccupazione e per diffondere fiducia e sicurezza.
…Ritorna stato primitivo, quando, incerto diritto ed assente freno morale, trionfa ingordigia di danaro e di potere: società, incapace di rispettare e di far rispettare le sue stesse regole, è disordinata, indifesa ed impreparata a frenare egoismi multiformi, che distruggono intelligenze, conoscenze e coscienze ed impongono mediocrità cinica, spesso pure al centro della cronaca, che fa parlare tanto e, però, fa riflettere poco.
Nunziante Minichiello