Sulla strada tour (con Francesco De Gregori, Elena Cirillo, Alessandro Arianti, Guido Guglielminetti, Paolo Giovenchi, Lucio Bardi, Alessandro Valle, Stefano Parenti), Teatro Manzoni, Bologna, 20/3/2013
Santa Lucia, per noi che ci siamo emozionati tutti, alla seconda tappa del nuovo tour di De Gregori.
Santa Lucia, per le canzoni del nuovo disco di De Gregori Sulla Strada, con cui apre e che canta tutte in piedi, contento: Passo d’uomo, Belle epoque ambientata proprio qua a Bologna, Guarda che non sono io col pianoforte ed il violino di Alessandro Arianti ed Elena Cirillo a sostituire gli imponenti archi arrangiati da Nicola Piovani.
Santa Lucia, per la band, che passa dai rock di Bambini venite parvulos, Paese Reale, Il Panorama di Betlemme, Un guanto, alla versione lenta country di Vai in Africa, Celestino! alle atmosfere soffuse della cover da Elvis Presley (I cant’ t help falling in love with you, che De Gregori canta da crooner che seduce e cerca di lasciar sedurre).
Santa Lucia, per il pubblico che si alza in piedi, su tacito invito commosso di De Gregori, ad applaudire e invocare Lucio Dalla, dopo lo struggente omaggio che gli fa, chiudendo la propria canzone preferita di Dalla, Santa Lucia, arrangiandola con l’incipit di Com’è profondo il mare, la canzone che De Gregori preferisce di Dalla. Con Marco Alemanno, tra il pubblico.
Santa Lucia, perché la contaminazione in suo omaggio aveva debuttato proprio qua a Bologna, in Piazza Maggiore, nel 2012.
E Santa Lucia, per De Gregori che non riesce a trattenersi dal fischiare le prime note della canzone di Dalla, come faceva nel disco perché siamo a Bologna. E che non parla mai in tv di Dalla, che non va ai funerali od ai concerti-tributo ma stavolta, a Bologna, ha parlato al pubblico una decina di minuti di Dalla, del suo rapporto con lui, come se niente fosse, come se fosse tra amici.
Santa Lucia per il giornalista che non riferirà i contenuti di quelle confidenze, anche se è una notizia, perché sono fatti di De Gregori, e di chi c’era.
Santa Lucia, per le variazioni ai testi cantati (“Produco carbone”, anziché “respiro carbone”; “Pezzi di eroina”, anziché ”di morfina”, la storia che “nessuno la può negare” anziché “cambiare”).
Santa Lucia, per La storia e Sempre e per sempre, suonate da De Gregori al pianoforte.
Santa Lucia per la voce ed i violini di Elena Cirillo, la bravura del pianista Arianti, l’allegria fantasiosa del chitarrista Paolo Giovenchi, l’umiltà del produttore e musicista Guido Guglielminetti. Santa Lucia, per chi potrà emozionarsi in questo tour (a marzo a Lucca, Brescia, Genova, Cremona, poi altrove) in cui dallo spettacolo con Dalla mantiene la sedia, il look, l’uso spettacolare delle luci, l’utilizzo scenografico, la voglia di divertirsi, la mimica ed il divertimento di una band che suona cercando di stupirsi.
Santa Lucia, per tutti noi che ci siamo emozionati e commossi, e per loro che ci applaudono, alla fine, mentre noi applaudiamo loro.
Santa Lucia, per il giornalista che non può andare a dormire prima di aver inviato questa recensione,
Santa Lucia, per quell’antipatica che ci rifiutava di farci entrare pur accreditati,
Santa Lucia per Michele Mondella che ha risolto l’inghippo e per la pazienza di Vincenzo Mollica,
Santa Lucia per quella ragazza che si lamentava che a teatro non si può ballare De Gregori, perché De Gregori si balla, e cercava invano di trattenere la commozione: fa che abbia sempre dubbi, perché vada lontana, «fa che gli sia dolce, anche la pioggia nelle scarpe, anche la solitudine.»
Insomma, è stata un’emozione collettiva, di cantanti, musicisti, pubblico e maschere, quella di ieri sera 20 marzo 2013 al Teatro Manzoni di Bologna, al Concerto di Francesco De Gregori del Sulla Strada tour.
Grazie a Michele Mondella e Vincenzo Mollica
Daniel Agami