«Il ricordo di Tiziano Terzani mi è molto caro. Il nostro mondo, che dicono globalizzato, è invece fatto di molte province, di tante culture diverse. Tiziano Terzani con il suo lavoro di giornalista ha saputo davvero creare quel ponte tra le diversità e le differenze che poi dà modo anche agli altri di capire il mondo, un mondo che cambia velocemente e drammaticamente. Tiziano Terzani lo ha potuto fare perché sapeva guardare, i suoi occhi sapevano guardare nel modo giusto. E per questo Tiziano Terzani è stato un vero, importante testimone del nostro tempo. In tanti scrivono. Oggi siamo sommersi da un diluvio di parole, ma poco di quello che viene scritto rimarrà».
Ryszard Kapuściński, membro di giuria del Premio Terzani 2005-2006
Sarà proclamato sabato, 16 marzo 2013, a Udine, presso il Palazzo Giacomelli – Museo Etnografico del Friuli, il vincitore dell’XI edizione del Premio Vicino/Lontano, kermesse organizzata in onore di Tiziano Terzani. «Vogliamo dare un riconoscimento a chi mostra di voler capire, di voler guardare il mondo con gli occhi curiosi di un bambino: Tiziano non amava i premi. In tutta la sua vita ne ha ritirato uno solo perché era dedicato al “bambino permanente”. Per questo il Premio letterario internazionale Tiziano Terzani vuole essere atipico, slegato dalle logiche commerciali». Sono parole di Angela Staude Terzani, moglie di Tiziano e presidente della giuria che ogni anno, per iniziativa dell’associazione culturale Vicino/Lontano di Udine e della famiglia Terzani, assegna questo riconoscimento all’autore di un’opera edita in lingua italiana che affronti un fenomeno del nostro tempo, offrendo un efficace “spaccato di civiltà in mutamento”. Un modo per onorare la memoria del grande giornalista e scrittore che ha raccontato l’Asia agli occidentali in pagine memorabili. Tiziano Terzani (1938-2004), fiorentino d’oriente e orientale di Firenze, ha vissuto per trent’anni in Asia con la moglie Angela e i figli Folco e Saskia. E’ stato corrispondente del settimanale Der Spiegel da Singapore, Hong Kong, Pechino, Tokyo, Bangkok e Nuova Delhi, da dove ha collaborato anche con la Repubblica, L’Espresso, Il Corriere della Sera. I suoi libri di testimonianza sui grandi eventi della storia asiatica contemporanea hanno avuto un grandissimo successo e sono stati tradotti in molte altre lingue: Pelle di leopardo (1973); Giai Phong! La liberazione di Saigon (1976), La porta proibita (1984); Buona notte, signor Lenin (1992); In Asia (1998). Le pubblicazioni dell’ultima fase hanno un taglio più filosofico-esistenziale: Un indovino mi disse (1995); Lettere contro la guerra (2002); Un altro giro di giostra (2004). Sono usciti postumi: La fine è il mio inizio. Un padre racconta al figlio il grande viaggio della vita (2006); Fantasmi. Dispacci dalla Cambogia (2008).