Si inaugura martedì 23 aprile “Empire State. Arte a New York oggi”, una mostra che fino al 21 luglio vedrà il Palazzo delle Esposizioni di Roma (in via Nazionale 194) esplorare i miti e le realtà mutevoli della città di New York, intesa proprio come “la nuova Roma”.
Un’esposizione che proporrà le opere di venticinque artisti newyorkesi, tra emergenti e affermati, ciascuno dei quali verrà presentato anche grazie alla presenza di lavori inediti, che saranno visionabili per la prima volta in questa occasione.
Al centro del percorso espositivo i diversi modi in cui gli artisti possono re-immaginare il rapporto tra la loro comunità e la città. Tramite la pittura, la scultura, la fotografia, i video e le installazioni, gli artisti di “Empire State” esaminano, infatti, il ruolo di New York nel contesto globale, ridefinendo, quindi, il concetto di vita urbana.
La mostra, concepita da Alex Gartenfeld (nominato quest’anno curatore presso il Museum of Contemporary Art di Miami) e dal britannico Sir Norman Rosenthal, vuole essere, quindi, una riflessione su New York, metropoli che contrariamente alla sua leggenda più diffusa che la vede progressivamente eclissarsi, nell’era della globalizzazione rimane una forza in ambito delle arti visive, in costante dialogo con la più eterogenea concentrazione di artisti, musei, organizzazioni, gallerie e spazi pubblici.
Venendo agli artisti di “Empire State”, si tratta di personalità che hanno dimestichezza con la critica istituzionale e con i media, tanto che adottano tecniche ibride e interdisciplinari e utilizzano la tecnologia e l’astrazione per offrire nuovi modelli espressivi e interpretativi.
Nello specifico partecipano alla mostra Michele Abeles, Uri Aran, Darren Bader, Antoine Catala, Moyra Davey, Keith Edmier, LaToya Ruby Frazier, Dan Graham, Renée Green, Wade Guyton, Shadi Habib Allah, Jeff Koons, Nate Lowman, Daniel McDonald, Bjarne Melgaard, John Miller, Takeshi Murata, Virginia Overton, Joyce Pensato, Adrian Piper, Rob Pruitt, R. H. Quaytman, Tabor Robak, Julian Schnabel e Ryan Sullivan.