Femminicidio in Italia tra silenzi e tabù

violenza_donneUn uomo e una donna per parlare di femminicidio in Italia. La donna è Concita De Gregorio, una delle firme di punta di Repubblica ed ex direttore dell’Unità; l’uomo è Riccardo Iacona, giornalista, conduttore di Presadiretta su Rai Tre e autore del libro “Se questi sono gli uomini”, edito da Chiarelettere. La location è la Sala dei Notari di Perugia. L’incontro, che si è svolto ieri sera nell’ambito della settima edizione del Festival del Giornalismo, ha chiuso la seconda giornata della kermesse che sta portando in città da mercoledì grandi nomi del mondo della comunicazione internazionale. Durante il dibattito si è dunque parlato di un argomento scottante, i cui dati mettono in evidenza le difficoltà e i disagi di una fetta molto ampia delle donne italiane che sono ancora costrette a vivere, per una serie di ragioni, all’ombra di uomini onnipresenti e insicuri che nei casi limite arrivano addirittura a uccidere la moglie, la fidanzata o la compagna. Ieri sera si è partiti dal libro di Iacona per fare un excursus sulla situazione femminile in Italia. Lo scorso anno sono state uccise quasi 132 donne, una ogni tre giorni.
Si tratta, evidenzia Iacona, «di donne forti e non di vittime che non si sono arresa alla violenza». Ma poco si fa per loro e le leggi non vengono messe in pratica, perché il femminicidio in Italia è ancora un tabù. Il nostro Paese infatti tace di fronte a torture che durano anni e che finiscono in un omicidio. Per uscire da questa drammatica situazione, hanno sottolineato i relatori, «è importante educare fin dall’età prescolare i futuri cittadini italiani», affinché simili fatti non si verifichino più.
«Le donne muoiono nella cronaca e lì rimangono. Si potrebbero fare tante cose per rendere la vita meno difficile per le donne», sostiene il conduttore di Presadiretta.

Maria Ianniciello

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