Si chiude con “R III • Riccardo Terzo” la Stagione di prosa 2012-2013 del Teatro Goldoni di Venezia, il dramma shakespeariano diretto e interpretato da Alessandro Gassmann, adattamento di Vitaliano Trevisan.
Prodotto da Teatro Stabile del Veneto, Fondazione Teatro Stabile di Torino e Società per Attori con la partecipazione produttiva di “LuganoInScena”, “R III • Riccardo Terzo” andrà in scena dal 24 al 28 aprile 2013 e sarà interpretato da Alessandro Gassmann, Mauro Marino, Giacomo Rosselli, Manrico Gammarota, Emanuele Maria Basso, Sabrina Knaflitz, Marco Cavicchioli, Marta Richeldi, Sergio Meogrossi e Paila Pavese.
È lo stesso Gassmann a spiegare come è nata l’idea di mettere in scena l’opera del grande poeta inglese. «La decisione di affrontare, per la prima volta anche da regista, un capolavoro di William Shakespeare non è disgiunta dal felice incontro artistico con Vitaliano Trevisan. Ho sempre avuto nei riguardi del Bardo, forse per l’incombenza di gigantesche ombre familiari, un certo distacco, un approccio timoroso. Le messe in scena dei suoi capolavori, lo confesso, non sono mai riuscite a coinvolgermi del tutto, forse per la difficile sintonia con un linguaggio così complesso e articolato ma anche, in molte traduzioni, oscuro e arcaico».
Un ostacolo, questo, che pare abbia per molto tempo impedito al noto attore di immaginare una messa in scena in grado di restituire la componente poetica ed emozionale e allo stesso tempo di «innervare di asprezza contemporanea – riprende Gassmann – il cuore pulsante e immortale dell’opera shakespeariana attraverso il registro comunicativo a me più congeniale, ovvero quello della modernità e dell’immediatezza.
La lettura – prosegue – di un adattamento di un testo “minore” di Goldoni curato da Trevisan, sorprendentemente moderno e originale ma al tempo stesso accurato e rispettoso dell’autore, ha fatto scattare in me l’idea che quel tipo di approccio potesse essere non solo possibile ma altrettanto efficace nei riguardi dell’opera di Shakespeare che da anni sognavo di rappresentare: Riccardo III».
Ed è così che un passo alla volta il progetto si è concretizzato: «ci siamo trovati concordi – spiega – nell’idea di trasmettere i molteplici significati di questo capolavoro attraverso una struttura lessicale diretta e priva di filtri, che liberasse l’opera da ragnatele linguistiche e ne restituisse tutta la complessità, la forza, la bellezza e la sua straordinaria attualità.
Il “nostro” Riccardo, col suo violento furore, la sua feroce brama di potere, la sua follia omicida, la sua “diversità” dovrà colpire al cuore, emozionare e coinvolgere il pubblico di oggi (mi auguro in gran parte formato da giovani), trasportandolo in un viaggio affascinante e tragico, attraverso le pieghe oscure dell’inconscio e nelle “deformità” congenite – conclude – dell’animo umano».