«Scateniamoci! Liberiamo l’Italia da vincoli e catene». Questo il grido dei Giovani Imprenditori di Confindustria, capeggiati da Jacopo Morelli, in summit per il 43esimo Convegno a Santa Margherita Ligure. I giovani si mostrano più agguerriti del solito, in una fase politica ed economica che sta lacerando l’Italia e il suo tessuto produttivo e sociale. Un grido, ripetuto con determinazione e già più volte sottolineato in altre occasioni nel corso del 2012, quando si chiedevano con urgenza: la riforma elettorale, sgravi fiscali per le imprese e una riduzione del cuneo fiscale alle famiglie a basso reddito. Tutti temi, approfonditi e ripetuti in questa prima giornata del tradizionale appuntamento degli under 40 dell’associazione dei giovani imprenditori che avrà termine domani. Ospiti di eccezione che hanno contribuito e contribuiranno all’annuale incontro, tra cui i presidenti di Camera e Senato, Laura Boldrini e Piero Grasso, e i ministri del Lavoro e dell’Integrazione, Enrico Giovannini e Cecile Kyenge. Sono in programma numerose testimonianze di imprenditori e analisti economici. Domani in tarda mattina concluderà i lavori il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi. In questa prima giornata a farla da padrone è stato il giovanissimo presidente Morelli, che si è fatto portavoce di una diffusa opinione di quanti a proprio rischio cercano di dare il proprio contributo di idee, con proposte concrete, per farsì che la Nazione possa ricominciare a crescere e a dare speranza al suo popolo.
L’Europa incapace di scegliere – Prima di tutto punta il dito non solo sulle scelte politiche «sbagliate in Italia ma anche su quelle fatte in Europa incapace di scegliere o lo fa con tempi dirisposta troppo lunghi». La burocrazia e l’inefficienza decisionale legati spesso, come consuetudine e uso, a «teorie economiche e dividersi sulla base di interessi nazionali, o, peggio, di parte e perdendo di vista la realtà». Forti e pesanti come un mattone, le picconate sia alla classe politica e la Governo italiano quanto all’Unione europea. «L’Europa è arrivata al 2013 divisa. Incapace di sfruttare le economie di scala sovranazionali, di trovare l’equilibrio fra cooperazione e competizione dei diversi sistemi produttivi. Impaurita davanti all’integrazione politica, alla condivisione dei diritti e doveri, alla costituzione di una vera rete di solidarietà e corresponsabilità». «Un bollettino di guerra per 5 anni di crisi – sottolinea Jacopo Morelli -. 3,8 milioni di posti di lavoro persi, meno 12 per cento di produzione industriale. «L’Europa è arrivata al 2013 divisa. Incapace di sfruttare le economie di scala sovranazionali, di trovare l’equilibrio fra cooperazione e competizione dei diversi sistemi produttivi. Impaurita davanti all’integrazione politica, alla condivisione dei diritti e doveri, alla costituzione di una vera rete di solidarietà e corresponsabilità».
Effetti della crisi: un Paese diseguale è un Paese inefficiente – Non vi è sviluppo se chi investe non tenga presente delle reali esigenze del cittadino/lavoratore e quest’ultimo contribuire con serietà, laboriosità e soprattutto con onesta alla crescita del tessuto produttivo. Lo fa capire chiaramente il giovane presidente di Confindustria sottolineando un dato allarmante, sulla disoccupazione. «Paghiamo un prezzo altissimo: disoccupazione giovanile al 40,5 per cento, che sale di dieci punti al Sud, contrazione della produzione del 25 per cento, PIL atteso ancora in calo a fine anno». Un altro dato che porta la sconnessione e il decadimento sociale è la disuguaglianza, «Solo l’8,5% dei figli di operai diventa imprenditore, dirigente o libero professionista. Non è accettabile – precisa il presidente -. Chi proviene da famiglie con modesta istruzione e basso reddito ha un muro davanti, che appare tanto insormontabile da far rinunciare allo studio ed al lavoro. Dobbiamo abbattere, mattone per mattone, questo muro. La disuguaglianza impoverisce tutti, perché una società diseguale è una società frammentata, nella quale si abbassano produttività ed eccellenza. È un sistema costoso, che spreca risorse, perché non permette al suo capitale umano, imprenditoriale e lavorativo di esprimersi», ha dichiarato Morelli.
La necessità di una visione, nuova legge elettorale: «Miracoli no, statisti sì» – Jacopo Morelli, non risparmia di incalzare nuovamente il Governo. Sembra quasi una rabbia la sua e chiede con insistenza l’urgente necessità di una nuova legge elettorale. «Un anno fa, da questo palco, fu promessa una nuova legge elettorale in poche settimane – ha detto il presidente di Confagricoltura -. Ad oggi nessuno ha potuto, o meglio voluto, cambiarla. Gli elettori sono stati chiamati, di nuovo, a ratificare, anziché scegliere. Non è un caso se l’impreparazione non è scesa, con il riproporsi di candidati talvolta impresentabili, più spesso non adeguati e incompetenti. In Parlamento non vogliamo delinquenti, ma neanche improvvisati. La capacità di visione per un leader è essenziale. All’Italia non servono banderuole, ma persone preparate e capaci, salde nella furia dei venti e degli eventi.Non un Governo che faccia miracoli, ma che agisca sulla competitività del Paese».
Pensare come una grande Nazione. I giovani imprenditori pensano a una grande Nazione «non come fazioni – precisa il loro Presidente – ma come un grande Paese che non rinuncia a tante risorse, o che le spreca per mantenere privilegi e potentati». Ricostruire la fiducia e riappropriandosi dei valori portanti della società dove anche e soprattutto vi siano in prima fila l’etica, la trasparenza e la coerenza. Morelli, dopo aver analizzato le tante cause di discesa morale, civile ed economica pone l’accento sui mancati investimenti esteri nel nostro Paese e dice: «Fra le cause della diminuzione, costante e inarrestabile, degli investimenti esteri in Italia, al primo posto ci sono l’inefficienza delle strutture pubbliche e del sistema giudiziario».
L’appello: Scateniamoci! «Vogliamo un Paese che sappia cosa significa essere giovani e intraprendenti. Un Paese dove il coraggio e l’entusiasmo siano benvenuti e non temuti o, peggio, ostacolati. È tornato il tempo di guardare avanti: con orgoglio, con fiducia, con dignità. Tocca a noi. Scateniamoci!».
Jenny Capozzi