Alla ricerca della creatività, quella dei giovani talenti italiani. Se la “fuga dei cervelli” sembra caratterizzare l’attuale situazione sociale italiana, dall’altra parte i creativi del made in Italy continuano a produrre idee e collezioni che lanciano ancora qualche speranza: il talento c’è e va mostrato. Seguendo questo filone, abbiamo incontrato oggi Maddalena Rocco, giovane designer di gioielli che ci ha aperto un mondo, quasi “surreale”, di creazioni: sì ai preziosismi ma con quel tocco da sogno, di magia, di emozione che fa di ogni prodotto un esemplare non solo da indossare.
Maddalena, tu ti definisci una visionaria. Credi che sia una descrizione applicabile anche alla moda, agli accessori, al settore fashion?
Assolutamente sì. Ci sono creatori che si ispirano al mondo visionario e caratterizzano tutto il loro lavoro con questa impronta. Alcuni lo possono essere anche solo per una stagione e dedicare una collezione al mondo visionario, ispirandosi ad un artista o ad un musicista. Nel mio lavoro è una costante ed è un modus operandi.
La tua formazione arriva da Brera, la famosa Accademia di Belle Arti di Milano. Quanto ha contato l’approccio artistico, culturale, nella creazione di accessori, in questo caso di gioielli?
Tantissimo e lo si vede non solo dalla volontà espressiva tipica del mondo delle arti visive, ma anche dal modo di trattare la materia. Un gioiello creato da un architetto si riconosce subito, credo. Nel mio c’è una ricerca visiva vicino alla pittura e scultura. l’incisione a bulino poi la considero un omaggio alla grafia del disegno. C’è una volontà espressiva tipica delle arti visive che accompagna la mia ricerca.
Ricordi qual è stata la tua prima creazione?
Appena finita l’accademia ho da subito disegnato gioielli e il primo è stato un anello sviluppato sul quadrato, con turchese e brillanti. Ma era un oggetto di design tout court. Invece il primissimo oggetto che ho pensato a fondo, dove ho messo veramente me stessa è piu’ recente ed è quello generato da una sorta di discorso interiore. Ha aperto tutta la mia ricerca odierna ed è stata la spilla pendente “hypnos”, dove ho coniugato la manualità dell’incisione a bulino in un assemblaggio di forme giustapposte con una casualità apparente: i materiali dialogano tra loro.
Su cosa deve puntare un giovane designer oggi? Innovazione, qualità, distribuzione?
Qualità come prima cosa. In un’era della globalizzazione e massificazione delle merci penso sia importantissimo differenziarsi e lo si fa dicendo qualcosa. Un oggetto che abbia uno spessore arriva diritto al cuore, ed è eterno, non stanca mai. E poi non tradisce la sua funzione di ornamento da corpo. la manualità e la sapienza della manualità insieme alla capacità di comunicare già dalle forme sono, a mio avviso, la molla vera del prodotto vincente. Innovazione: importantissima, giusto per studiare nuovi linguaggi, anche se sono convinta che la materia che utilizzo e che conosco da tempo, e’ probabilmente quella che mi farà fare oggetti migliori, perché l’ho assimilata. La distribuzione: è vitale per il mercato. Vorrei una rete di venditori che conoscano il mio oggetto e lo facciano apprezzare per le sue caratteristiche. trovare collaboratori in tal senso è fondamentale.
Cosa ti aspetti dal mercato? e quali sono le prospettive per i giovani creativi italiani?
Vorrei che ci fosse una cultura delle piccole realtà creative e artigianali e che la gente non rincorresse i grandi marchi solo perché li vede in televisione. Vorrei che non si delocalizzasse il lavoro nei luoghi dove il costo di produzione è competitivo, ma privo di tradizione e anima. Facendo così si perde via via la qualità delle nostre maestranze, dove la tradizione del bello ha formato generazioni di artigiani italiani. nel 2013 hanno chiuso una miriade di realtà del tessile, per non parlare della gioielleria, altro settore che ha risentito della crisi, soprattutto sotto il profilo artigianale.
Dove ti piacerebbe vedere o vedere vendere le tue creazioni?
Le mie creazioni sono particolari, mi piacerebbe che fossero indossate da persone particolari, che rimangono catturate dai rimandi e dai simboli. Mi piacerebbe trovare nella rete di vendita commercianti illuminati, persone sensibili che sappiano far conoscere e amare le mie creazioni. In questo momento mi piacerebbe venderli anche all’estero dove c’è amore per l’esclusivo e il particolare molto più che qui.
A chi sono rivolti i tuoi gioielli? A che tipo di donna?
…E a che tipo di uomo… Perché adoro concepire ornamenti da uomo. La donna che indossa un mio gioiello è una donna sensibile, ma decisa, che non ha paura di osare indossando forme inusuali rispetto alla gioielleria classica. Una donna che si lascia rapire dalle forme dal forte contenuto simbolico. una donna che non teme di indossare un orecchino diverso dall’altro. L’uomo che indossa una mia creazione è un uomo estroverso, giovane nell’animo, raffinato ma originale, che osa con decisione, e non ha paura di forme connotanti.
Da “grande” cosa vorresti fare?
Vorrei dedicarmi di più alla ricerca e meno al contingente, ma questo non è mai, o quasi mai, possibile.
Il gioiello che hai creato che più ti rappresenta?
Hypnos, come dicevo prima. Hypnos, il dio del sonno, rappresenta la realtà del nostro vissuto interiore che scaturisce dal sogno, ed è il mio “santino” per propiziare la creatività che avviene nel territorio vergine del sonno. Quando si sciolgono le briglie del reale.
La nuova collezione? Caratteristiche, forme?
Le nuove collezioni prediligono, a seconda del mito a cui si ispirano, materiali inusuali ma accessibili. L’argento smaltato a pennello della linea flora, il legno amaranto molato (a mano) ad ala in sostituzione della radice di rubino assai costosa. Anche per andare incontro al mercato di oggi, contenendo i costi. Senza rinunciare ai contenuti e alla cura del dettaglio.
La tua ispirazione e il tuo karma?
La mia ispirazione è la vita in tutte le sue manifestazioni. Il vivere filtrato dall’interiorità. Il pensiero e la riflessione che trae spunto da quello che ci accade e che trova nel personaggio mitologico corrispondente il suo emblema. Ciò che muove la mia volontà è l’intento di comunicare dal profondo.
Info: Maddalena Rocco, Designer
Ornella Fontana