Si è tenuta ieri sera la prima delle due serate in programma per la XVII edizione del Neapolis Festival. Sul palco dell’Arenile Reload di Bagnoli è salito Adrian Thaws, in arte Tricky. Preceduto da un ben nutrito numero di band di ampio respiro sonoro e culturale come Motosega e Soviet Soviet, solo per citarne alcuni, il 45enne artista di Bristol, di origini giamaicane, accompagnato sul palco da 5 musicisti e dalla splendida voce di Francesca Belmonte, giovane cantante londinese di origini napoletane, si è esibito per circa due ore con un live assolutamente fuori dagli schemi. Il concerto, che si inserisce nella rassegna del Neapolis Festival, in stretta collaborazione con il Giffoni Experience e che quest’anno volge un occhio di riguardo alla causa della ricostruzione di Città della Scienza di Napoli, distrutta durante un terribile incendio doloso lo scorso marzo, pare lo sbocco naturale di un’energia repressa.
Padre del genere trip-hop, Tricky si è subito sintonizzato su frequenze insolite: sonorità a cavallo tra prog e metal hanno cercato di legarsi ad una cascata di parole a tratti dure e spigolose, a tratti amare e disilluse. Canta sputando le parole come schiaffi Tricky mentre le note si rincorrono ossessive per più e più minuti. “Nothing matters”, “Nothing is changed”, “If only I knew”, “Tribal Drums” sono solo alcuni dei brani eseguiti. Contenuti nell’ultimo album di Tricky, intitolato “False Idols”, questi testi s’impongono nella mente del pubblico mentre l’artista si perde nei suoni di “I’m lost in sound”. Ampio spazio anche alla condivisione e alla compartecipazione: i musicisti si spostano e sul palco salgono una trentina di fan che, insieme a Tricky, danno libero sfogo alle proprie emozioni con un pogo selvaggio. Non si tratta di musica generalista però, Tricky vuole essere diverso, vuole dare spazio alle cose, ai contenuti, alle note e alle persone che in genere spazio e visibilità non ne hanno. In un mondo per lo più conformista, miope e superficiale, occasioni come queste vanno sfruttate e Tricky lo ha fatto.
Raffaella Sbrescia