Si diventa cittadini attivi con fatica, impegnandoci. Viaggiando. Leggendo. Studiando. Scoprendo le bellezze archeologiche, architettoniche e paesaggistiche dell’Italia, perché come affermava Piero Calamandrei, lo Stato siamo noi.
A dirlo o a scriverlo non è la redazione di Cultura & Culture, bensì due storici dell’arte che questo pomeriggio a Mantova, nell’ambito del Festivaletteratura 2013, hanno parlato di Arte e Costituzione, partendo dall’Articolo 9. Le due personalità sono Tomaso Montanari e Salvatore Settis, i cui interventi sono stati visti e ascoltati in diretta streaming grazie all’iniziativa Scrittori in Rete di Telecom Italia.
Salvatore Nittis è uno storico dell’arte di fama internazionale, che è vissuto negli Usa per diversi anni. Tra i suoi libri figurano il premiato “Italia S.p.a.” e “Paesaggio Costituzione Cemento”. Tomaso Montanari, classe 1971, è uno studioso del Barocco Romano che lavora a Firenze e insegna Storia dell’arte moderna all’Università Federico II di Napoli. Montanari si è fatto conoscere e apprezzare anche dal grande pubblico attraverso i suoi numerosi articoli pubblicati su Testate nazionali, come il Fatto Quotidiano. E` autore di due saggi, “Le pietre e il popolo” e a “A cosa serve Michelangelo”.
Nittis e Montanari, riferendo fatti concreti, hanno ricordato che la nostra Costituzione, con l’articolo 9, protegge e tutela il patrimonio artistico italiano che purtroppo è diventato un luna park, monopolizzato dall’industria culturale privata. L’articolo 9, hanno spiegato i due storici dell’arte, quando è stata varata la Costituzione, segnava una svolta memorabile perché rinsaldava il rapporto tra cittadinanza e patrimonio. Questo principio non è presente né nella carta costituzionale americana, né in quella francese, e ci è stato “copiato” da altri Paesi. Le nostre città, secondo Nittis e Montanari, devono essere tutelate e difese dalla cattiva politica che specula sul Patrimonio Culturale, vendendolo ai privati. Siamo italiani per suolo e non per sangue, quindi, secondo i due studiosi, ciascuno di noi dovrebbe impegnarsi per la difesa del patrimonio archeologico e artistico italiano. L’azione popolare è, dunque, necessaria per sconfiggere l’industria culturale. Montanari ha ricordato la storia della Cappella Brancacci a Firenze, sede dei capolavori di Masaccio, e di come i fiorentini dell’Oltrarno nel 1600 si batterono per proteggerla da un ricco marchese che, usando un termine moderno, voleva privatizzarla. Senza dimenticare l’intervento di Cicerone in Sicilia nel 70 a.C. quando Verre saccheggiò le città siciliane. Nittis ha affrontato invece la spinosa tematica degli oneri di urbanizzazione, usati in maniera del tutto impropria dagli Enti locali. Passione e anche competenza dei relatori in questo incontro, durante il quale è stato trattato un argomento cruciale per il futuro del nostro Paese.
m.i.