C’è tempo fino al 9 febbraio per visitare la mostra “Duchamp. Re-made in Italy”, allestita negli spazi della Galleria d’arte moderna di Roma per raccontare il lavoro di Marcel Duchamp attraverso gli incontri, le esperienze, le esposizioni che hanno caratterizzato il suo viaggio in Italia, negli anni Sessanta. Un evento che Roma dedica all’artista dada più noto in occasione del centenario del primo ready-made creato da Duchamp nel 1913, la famosa Ruota di bicicletta. In mostra, quindi, una serie di oggetti d’arte, di fotografie, di documenti in grado di descrivere un artista originale, talvolta dissacrante, autore di opere che non hanno mancato di fare scandalo.
L’ESPOSIZIONE – Sette sale per un percorso espositivo che intende focalizzare l’attenzione sul passaggio dell’artista attraverso la penisola, avvenuto una cinquantina di anni fa. Il tutto si apre, quindi, con la sala dedicata a ritratti, fotografie d’epoca e a un primissimo olio del 1902, realizzato all’età di quindici anni e intitolato Paysage à Blainville. In questa sala sono raccolti anche i famosi scacchi da viaggio dell’artista e la valigia utilizzata per i soggiorni italiani. In seguito si passa alla Boîte en valise, il cosiddetto “museo portatile” creato da Duchamp: in sintesi una valigia Louis Vuitton all’interno della quale sono custoditi 70 pezzi d’arte, tutti riprodotti in miniatura. Nella terza sala sono proiettati filmati che vedono la partecipazione di Duchamp sia in veste di attore, ad esempio nel film “Verifica incerta” (girato da Baruchello e Grifi nel 1964-65), che di regista con “Anémic Cinéma”, filmato nel 1926 con la collaborazione di Man Ray e Marc Allégret.
Ma il vero nucleo della mostra è caratterizzato dai famosi ready-made, replicati da Duchamp in accordo con Arturo Schwarz nel 1964 – 1965 e donati alla Galleria nazionale d’arte moderna di Roma nel 1998. Il ready-made è un processo curioso all’interno dell’opera di Marcel Duchamp e, forse, è il più conosciuto dal grande pubblico. Si potrebbe pensare, per fare un esempio, a Fountain, probabilmente l’icona più famosa di una produzione fatta di «oggetti di serie – così li ha definiti André Breton – promossi dalla scelta dell’artista alla dignità di oggetti d’arte». Dopo una serie di reperti esposti, tra cui la copertina del catalogo edito in occasione della mostra Gavina del 1965 e raffigurante un disegno di Duchamp, Pulled at four pins (1915-1964), si giunge alla sezione finale, ampiamente dedicata all’influsso che Duchamp ha esercitato sull’arte italiana, mettendo in evidenza gli incontri più importanti avvenuti duranti i suoi soggiorni e le principali esposizioni a lui dedicate. A tal proposito particolare attenzione è dedicata a due importanti appuntamenti di quegli anni, ossia la mostra a Milano presso la Galleria Schwarz, tenutasi dal 5 giugno al 30 settembre del 1964, e quella realizzata a Roma presso lo spazio Gavina di via Condotti, nel giugno del 1965.
Scheda tecnica della mostra:
Fino al 9 febbraio 2014
Roma, Galleria nazionale d’arte moderna
Orari: martedì – domenica dalle 10.30 alle 19.30, lunedì chiuso
Biglietto: 10 euro intero, 8 euro ridotto
Curatori: Stefano Cecchetto, Giovanna Coltelli, Marcella Cossu
Info: www.gnam.beniculturali.it