Luca Carboni è sempre lo stesso, come recita il primo singolo estratto dal suo nuovo album, Pop-Up. Me ne accorgo durante il nostro incontro a Milano: lo osservo nascosto dietro gli occhiali neri e la giacca in pelle. Descrive con orgoglio le sue ultime canzoni e i trenta anni di carriera che lo hanno incoronato uno dei cantautori più importanti e influenti del panorama musicale italiano. L’artista bolognese riesce, oggi come ieri, a raccontare e a raccontarsi attraverso testi sinceri, profondi, emozionanti, accompagnandoli a melodie talvolta dolci e leggere, altre volte più moderne e incalzanti. Pop-Up, il nuovo disco di Luca Carboni, meritatamente ai vertici delle classifiche di vendita, è uno dei progetti più belli della sua lunga e intensa storia artistica. Perché è un album che viene dal cuore, dalla pancia e dalla testa di un uomo e professionista generoso, che compone e canta solo per il piacere di fare musica e con l’intento di strappare un sorriso a chi lo ascolta. “Un disco può dare la felicità”, dice Luca a proposito di Pop-Up. Ed è così: le undici canzoni di questo CD sono un concentrato di riflessioni, sogni, ricordi e confessioni, sempre nel segno dell’amore. E’ un album esplicito, che fa bene a lui e a chi lo ascolta. Pop-Up parla dell’amore in mille modi diversi: verso Dio, una donna, un luogo, una persona scomparsa, un amico lontano e, perché no, verso se stesso. Descrive sentimenti contrastanti ma intensi, che fuoriescono dagli argini di un fiume di note e di parole (composte da Carboni insieme al noto produttore Michele Canova). Non aspettatevi duetti e ospiti speciali in questo ultimo disco di Luca: in Pop-Up c’è spazio soltanto per il suo universo, per le sue riflessioni più intime, per le paure superate e il coraggio ritrovato. Le sue canzoni sono quadri emozionali sui quali dipingere immagini con i colori dei giorni passati e futuri. Il nuovo album di Carboni sorprende per la bellezza dei suoi brani, per l’originalità e la ricercatezza dei suoni. E’ un viaggio che parte dagli anni Ottanta, fa una breve sosta negli anni Novanta, per arrivare a un sound più attuale e ricercato. Traccia dopo traccia, scopriamo i tasselli del mosaico musicale, mentre si uniscono. E la magia prende forma. Ascoltando il disco non si riesce a individuare un brano migliore dell’altro: la scelta è difficile tanto è elevata la qualità dei pezzi. Pop-Up è verità, energia, purezza e schiettezza. E’ poesia che strappa la carne, è sentimento che scuote e lascia un segno indelebile sul cuore. E’ un album pop ma ricco di sfumature e di contaminazioni british e americane. In esso trovi il rock, il blues, il soul, una parentesi rap (ebbene sì), l’elettronica e anche un assaggio di musica classica. E’ semplicemente lo specchio dell’anima di Luca Carboni, del suo vissuto e del suo sguardo sul domani. Ci sono considerazioni profonde sulla vita e l’amore, che ci rende tutti “ragazzi che si amano” (con chiaro riferimento alle opere di Prevert in “Luca Lo Stesso”); ci sono le città a cui l’artista, per motivi diversi, è molto legato (“Milano” e “Bologna è una regola”). In Pop-Up non mancano canzoni sul bisogno d’amore (come “Tanto tantissimo”, molto soul arricchito dalle splendide chitarre di Tim Pierce) e veri e propri dialoghi con Dio e con la propria coscienza (“Dio in cosa crede” e “Chiedo scusa”, che sembra voler omaggiare il sound anni Novanta di Lucio Dalla). Nell’undicesimo album di inediti di Luca Carboni spicca anche un autoritratto, con l’ironia e la tenerezza di un brano come “Happy”, dedicato “a chi non ama essere il primo della classe”. Carboni si rapporta con il tempo e il suo incessante scorrere nell’originalissima “Epico”, per poi chiudere il disco con “Invincibili”, una canzone sulla forza del cambiamento, sul potere che proprio la musica ha di sconfiggere tristezza, paura, pessimismo. Sul contrasto feroce tra amore e odio, una lotta infinita che accompagna ciascuno di noi per tutta la vita. Voto: [usr 4.5]