Venezia 71, “Pasolini” di Abel Ferrara? Scandaloso

La recensione del film “Pasolini” di Abel Ferrara, presentato alla 71Mostra del Cinema di Venezia

16135-Pasolini_9_-_W._Dafoe Il pubblico veneziano voleva lo scandalo? Oggi è stato presentato il film su Pasolini e lo scandalo è stato servito. Il grande Willem Dafoe, incredibilmente somigliante al celebre intellettuale bolognese, si è prestato ad un film, che i più hanno definito “abominevole”. Il regista Abel Ferrara ha messo su un teatrino quasi non avesse chiaro lo spessore del personaggio in questione. Si noti bene che Pasolini non è un classico biopic, non racconta la vita di Pasolini, bensì ripercorre le sue ultime ore di vita. E fin qui nulla da eccepire. La scena iniziale del film che riprende le parole di una delle ultime interviste che Pasolini rilasciò a una rivista francese farebbe anche ben sperare. Il problema è tutto il resto. Abel Ferrara delinea il ritratto di un uomo che non si avvicina neanche un po’ al regista, allo scrittore, al pensatore, all’uomo che così tanti sentimenti contrastanti ha generato da vivo e da morto. Dafoe è protagonista di una delle peggiori performance della sua carriera, privo di qualsiasi dimensione emotiva e di quel carisma che connotavano Pasolini.

16145-Pasolini_12_-_W._DafoeIl racconto di Dafoe parte dalle parole di Pasolini per immaginare come sarebbe stato l’ultimo film che aveva in mente di girare. Stiamo parlando di Porto-Teo-Kolossal che, alla maniera di Uccellacci e Uccellini vedeva due uomini, uno adulto di nome Epifanio e uno giovane nunzio, intraprendere un viaggio alla ricerca di una cometa avvistata nel cielo di Napoli. Pasolini avrebbe puntato sulla coppia De Filippo-Davoli, nonostante il consenso del primo fosse tutt’altro che scontato. Ferrara riprende il progetto di Pasolini e lo riporta in vita avvalendosi di Ninetto Davoli in persona, che nel film interpreta Eduardo e Riccardo Scamarcio nelle vesti di Ninetto. Questa potrebbe essere considerata forse la parte più riuscita del film. Ma è quando il regista cerca di evidenziare in modo volgare e approssimativo le perversioni sessuali di Pasolini, facendo intendere come i suoi istinti lo abbiano condotto alla morte, che il racconto della sua persona diventa macabro e fin troppo sbrigativo.

Il pasticcio linguistico è stato un altro oggetto di critica tanto che lo stesso Abel Ferrara si è lamentato di aver ricevuto quest’appunto circa un migliaio di volte. La verità è che il regista avrebbe fatto meglio a scegliere una lingua tra l’italiano e l’inglese piuttosto che continuare ad alternarle senza alcuna logica.  Il 2 novembre del 1975 Pasolini fu assassinato all’Idroscalo di Ostia in circostanze che tuttora rimangono misteriose, checché ne dica Ferrara. uella morte ha portato con sé la sconfitta della diversità, del cambiamento e la rabbia dell’ingiustizia. Pierpaolo Pasolini è stato il più vilipeso, il più sottovalutato e allo stesso tempo il più coraggioso intellettuale del nostro tempo e questo film non costituisce altro che un grave e volgare insulto alla sua memoria. Pasolini uscirà nelle sale italiane il 25 settembre 2014, distribuito da Europictures. Gli italiani avranno così modo di assistere nuovamente alla sua prematura, ingiusta e triste morte.

Trailer: http://youtu.be/5GzlodaMPLQ

Rosa Maiuccaro

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