La recensione di “Pop-Hoolista”, nuovo album di Fedez. Venti brani che vanno oltre l’hip hop e che scattano una fotografia della nostra società, criticando soprattutto i poteri forti. Nel disco spiccano i duetti con Elisa, Malika Ayane, J-Ax e Noemi.
Fedez innamorato, Fedez ironico, Fedez arrabbiato. Ascolto “Pop-Hoolista”, il nuovo album del giovane rapper di Rozzano, il quarto in studio, e resto piacevolmente colpita. Non che in passato dubitassi del suo talento e della qualità dei suoi pezzi, ma questa volta devo ammettere che mi ha completamente spiazzata. Perché “Pop-Hoolista”, al di là che si ami o meno il genere hip hop, è un signor disco, ricco di suoni ricercati (spazia dal punk al reggae, dall’elettronica al pop), giocando con rime accattivanti e togliendosi lo sfizio di inserire preziose collaborazioni (da Elisa a Malika Ayane, da J-Ax a Noemi). “Pop-Hoolista” è un album vagabondo e istintivo, che non si guarda allo specchio e, soprattutto, non parla di rap: i temi, per fortuna, sono ben altri.
Venti brani, venti capitoli di un concept album dipinto di immagini, di storie, di crude verità. Un ritratto dell’Italia, tra pregi e soprattutto difetti, tra poteri forti che affossano i deboli e aspettative continuamente tradite. Fedez ne ha per tutti, non fa sconti, non ha peli sulla lingua. Se la prende con il mondo della televisione, con la classe dirigente, con le forze dell’ordine, con la Chiesa. Non punta il dito tanto per fare l’alternativo e nemmeno per far parlare di sé. Fedez va oltre: indaga l’oggi, scava con lucidità e sincerità nelle viscere della nostra società per studiarne i loschi meccanismi che la regolano, toccando i fili neri che muovono personaggi e idee. Ascolto “Pop-Hoolista” e mi sembra di sfogliare il diario personale di Fedez che, pagina dopo pagina, diventa anche il mio. Perché in esso sono racchiusi pensieri ed emozioni contrastanti, conseguenza di ricordi, viaggi, incontri, sconfitte ed esperienze di vita che appartengono soprattutto alla nostra generazione.
La prima vera traccia del disco, che segue l’intro “Pop-Hoolismo”, è “Generazione Boh”, di cui è uscito da poco anche il videoclip. Si tratta di un ritratto spietato e graffiante dell’Italia tradizionalista, ancorata a un passato che è più una condanna che una risorsa. Un brano che non manca di criticare duramente anche i giovani di oggi. E poi c’è “Vivere in campagna pubblicitaria”, brano nel quale Fedez prende in prestito illustri personaggi della storia (da Isaac Newton a Mussolini) per inserirli in alcune pubblicità, parlando così dell’influenza eccessiva degli spot, mostri che contaminano la nostra quotidianità. Dopo “Bella addormentata nel Bronx”, il rapper milanese canta “Veleno per Topic”, pezzo nel quale duetta con Luciouz. Si tratta del primo singolo estratto dall’album che ha subito conquistato le radio e dato un assaggio del menù musicale e testuale del disco.
Fedez continua il gioco di parole con “Voglio averti account”, che anticipa “Moet Sciandon”. Ed ecco “Magnifico”, settima tracci di “Pop-Hoolista”, in duetto con Francesca Michielin, vincitrice di X Factor con la quale ha già collaborato in “Cigno Nero”. Dopo “Non c’è due senza trash” (la lettera di un maniaco, uno stalker, indirizzata a Barbara D’Urso), il disco prosegue con “Sirene”, nella quale Fedez ospita la splendida voce di Malika Ayane. Il titolo della canzone fa riferimento alle sirene delle forze dell’ordine, questi ultimi colpevoli di abusare, spesso e volentieri, del proprio potere, con l’aggiunta del parallelismo delle sirene di Ulisse (a livello strumentale suona molto made in Usa).
In “L’hai voluto tu”, che anticipa la splendida “Love Cost”, a parlare è Federico Lucia (vero nome di Fedez). Il brano, che ricorda lo stile di Max Pezzali/883, è una fotografia del suo stato d’animo, del mondo dal quale proviene e di quello in cui ora è immerso, con i suoi pregi e difetti, i suoi vantaggi e le magagne da affrontare. E’ una canzone autobiografica che mostra l’uomo e non il personaggio. Uno dei pezzi più forti di quest’ultimo lavoro discografico è la titletrack, “Pop-Hoolista” featuring Elisa, nella quale Fedez fa riferimento agli infiniti problemi che tormentano il nostro Paese, ironizzando pesantemente (e come dargli torto) su Alitalia e Trenitalia (“se fossi il fidanzato di Trenitalia sarei stufo di comprare test di gravidanza per ogni suo ritardo”) così come sul ruolo dei sindacati. Nessuna via d’uscita? Elisa nel ritornello ci rassicura a modo suo: “Si esce dal buio, sai?…E tu cos’hai da perdere se hai già toccato il fondo?”.
Dopo “Cardinal-chic” (brano che denuncia lo sfarzo della Chiesa), spicca un altro importante duetto: è quello con Noemi in “L’Amore Eternit”, ballad appassionante che prepara il terreno a “Come no”, “Stereo-tipi” e “Olivia Oil”, tre pezzi bomba che Fedez piazza in successione nel suo nuovo album. Immancabile l’amico e collega J-Ax (i due sono soci nelll’etichetta discografica Newtopia), presente nel brano “Viva l’Iva”. Altra collaborazione di lusso in “M.I.A.” (con Boomdabash), a chiudere un album intelligente, pungente, sicuramente di elevata qualità e che mostra un Fedez più maturo rispetto al recente passato, particolarmente ispirato in fase di scrittura, visionario e intuitivo nella ricerca di nuovi suoni e di influenze musicali oltreoceano.
Silvia Marchetti