Cibo e tumori maligni: il legame si fa sempre più stretto. Una dieta sana ed equilibrata contribuisce, infatti, a prevenire molte patologie, tra cui il cancro (tumore maligno, ndr), perché noi siamo (non solo chiaramente) ciò che mangiamo. La dottoressa Anna Villarini è autrice di alcuni libri tra cui Prevenire in cucina mangiando con gusto e Prevenire i tumori mangiando con gusto; quest’ultimo è stato scritto con lo chef Giovanni Allegro, specializzato in cucina naturale. Anna Villarini è biologa, specialista in Scienze Naturali ed è ricercatrice presso il Dipartimento di Medicina Predittiva e per la Prevenzione della Fondazione IRCCS-Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. Ha all’attivo molte collaborazioni con diverse Istituzioni mediche, partecipa a trasmissioni televisive. Abbiamo intervistato la dottoressa Villarini per saperne di più su cibo, cancro e prevenzione.
Dottoressa Villarini, cos’è un tumore maligno?
Per ‘maligno’ s’intende un tumore che è in grado di produrre metastasi, cioè cellule che possono andare anche in altri organi. Altrimenti un tumore incapsulato, che resta in un unico punto, è denominato ‘benigno’. Il tumore origina da un’unica cellula che subisce una modifica in una parte importante della cellula stessa, che è il DNA. Le modifiche possono essere tante e non tutte producono una cellula tumorale ma può succedere, a volte, che la cellula prodotta è completamente diversa dalle altre cellule dell’organismo e che si riproduce in maniera del tutto autonoma. La cellula modificata, riproducendosi, prende lentamente il posto delle cellule sane creando problemi dal punto di vista della funzionalità dell’organo. Non tutte le volte che si forma una cellula modificata si sviluppa un tumore; il nostro organismo è ben attrezzato per difendersi e tende a distruggere queste cellule, però a volte può non riuscirci e, quindi, si sviluppa la malattia.
Quali sono i fattori che ne determinano lo sviluppo?
Sono patologie definite multifattoriali, non è mai un solo fattore che ne determina lo sviluppo, ma è la somma di più fattori di rischio diversi, come l’esposizione a inquinanti ambientali, le radiazioni, la genetica (che non determina lo sviluppo della malattia ma può essere protettiva o contribuire a un aumento del rischio), alcuni virus e lo stile di vita come l’alimentazione, il fumo e altri.
Lo stress?
Non si può dire che lo stress provochi il tumore. Forse quando una persona è sotto stress, potrebbe avere le difese immunitarie più basse e magari, se si forma una cellula tumorale, l’organismo può fare più fatica a distruggerla…ma i dati scientifici in merito sono molto scarsi.
Che cosa sono le amine eterocicliche?
Le amine eterocicliche sono delle sostanze che possono avere azione cancerogena. Si tratta di sostanze che inducono la modifica della cellula da sana a malata. Per esempio le amine eterocicliche si formano per cottura prolungata delle carni.
Qual è il regime alimentare più corretto per la prevenzione del cancro?
Abbiamo un Codice Europeo contro il Cancro – pubblicato nel 2014 – che ci illustra bene il concetto di alimentazione ‘sana’ utile alla prevenzione. Questo Codice nasce da una attenta revisione di tutti gli studi europei sulla prevenzione dei tumori. Il primo punto dice di mangiare principalmente cereali integrali, legumi e frutta, quindi alimenti vegetali. Quando si parla di cereali, spesso si pensa a quegli alimenti da colazione che, per la verità, raramente sono utili alla prevenzione perché sono molto raffinati. Per cereali integrali s’intende invece la pasta integrale, il pane integrale, il riso integrale, il farro e l’orzo decorticati, il miglio e l’avena ecc. Questi vegetali vanno associati con i legumi, la verdura e la frutta che però deve essere mangiata con moderazione perché è ricca di zuccheri semplici e sappiamo che il glucosio è anche il più importante nutriente delle cellule tumorali.
Quante volte a settimana si dovrebbero mangiare i legumi?
Secondo il Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro, anche tutti i giorni.
La frutta?
Due porzioni grandi come una mela sono sufficienti. Il Fondo Mondiale per la ricerca sul cancro, dice di mangiare 600 grammi tra frutta e verdura, quindi direi che 300 grammi sono più che sufficienti.
La dieta vegana, invece? E` necessaria?
La dieta vegana non è necessaria per la prevenzione dei tumori. Certo, i vegani ci hanno insegnato a cucinare i cibi vegetali in tanti modi diversi; è una dieta dalla quale abbiamo imparato qualcosa, però ha dei limiti (anche se adesso i vegani sono molto più attenti).
Perché?
Ci sono dei cibi vegetali che favoriscono comunque l’insorgenza delle patologie oncologiche, pensiamo allo zucchero e alle farine raffinate. Quando i cibi alzano velocemente l’insulina o la glicemia nel sangue, possono mettere in atto tutta una serie di meccanismi (ormonali, infiammatori…) che favoriscono la nascita o la crescita della malattia oncologica. Per i vegani va bene anche il riso bianco ma nel concetto di una corretta alimentazione il riso deve essere integrale. Nel Veganesimo le patate fanno parte di tanti piatti, invece il Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro ci dice che le cinque porzioni quotidiane di frutta e verdura non devono comprendere le patate, le quali non vanno considerate un contorno perché hanno un amido che alza velocemente la glicemia. Possono, eventualmente, alcune volte essere mangiate al posto del pane ma non della pasta, perché questa ha un indice glicemico decisamente più basso, non tutti gli amidi che mangiamo sono uguali! L’alimentazione vegana, fatta in maniera molto attenta, può aiutare nella prevenzione, tuttavia non ci dobbiamo dimenticare che i vegani hanno più facilmente carenza di vitamina B12, la quale si trova nei cibi animali. Oggi è studiata la dieta pesco-vegana. Di base vegana con unico cibo animale, il pesce. Vedremo!!!
E le uova per la prevenzione?
Il Codice Europeo contro il Cancro dice che – oltre a limitare fortemente carni rosse, evitare le bevande zuccherate e le carni conservate, possiamo mangiare modeste quantità di cibi animali, come uova, pesce, carni bianche, latte, latticini, ma a basso contenuto di grassi. Oltre al tipo di cibo la cosa interessante è che dice «modeste quantità di cibi animali»; l’indicazione è di non mangiare tutti i giorni alimenti di origine animale e di non mangiare sempre lo stesso cibo. Può essere utile inserire i cibi animali in un unico pasto e magari non tutti i giorni.
E la Dieta Mediterranea?
La vera Dieta Mediterranea (che prevedeva, ad esempio, la carne ogni 15 giorni, dove non c’era lo zucchero bianco e le farine raffinate e l’unico condimento era l’olio extravergine di oliva) resta, secondo gli studi, il miglior modello per la prevenzione sia delle malattie oncologiche, sia del diabete e sia delle patologie cardiovascolari.
Di quante proteine abbiamo bisogno quotidianamente?
Poche. Non si può quantificare, non si può mangiare con il bilancino. Quanto basta per ricostruire la massa muscolare che consumiamo con l’attività fisica. Un pasto proteico al giorno è più che sufficiente, come diceva la dieta Mediterranea. Le proteine non servono in grandi quantità e sono fornite anche dai vegetali (pasta e fagioli per esempio). Anche il ferro si può assumere adeguatamente dai cibi vegetali, solo che dobbiamo saperlo assorbire bene, basta banalmente condire le verdure con succo di limone, ricco di vitamina C.
Si sta parlando molto di China Study…
E` un libro che offre degli spunti interessanti ma non è un testo scientifico anche se cita alcuni studi. Va considerato come un libro interessante da leggere.
Si parla molto della Caseina… esiste un legame tra Caseina e cancro?
I lavori scientifici pubblicati non arrivano a questa conclusione. Casomai latte, latticini e formaggi se mangiati quotidianamente possono favorire la produzione di una molecola da parte del nostro organismo (IGF-I) che – se una cellula tumorale si dovesse formare – aiuta a farla crescere. La regola base di un’alimentazione sana è “variare”, non è mai una buona abitudine mangiare sempre gli stessi cibi, a partire dalla prima colazione.
Una volta che un soggetto si è ammalato di cancro, quale regime alimentare deve seguire?
Deve andare da un nutrizionista perché le situazioni sono tanto diverse che non si può parlare di un’alimentazione standard.