In occasione della Giornata Internazionale della Felicità 2017, ci poniamo alcune domande; soprattutto ci chiediamo come trovare la felicità e come mantenerla nel tempo. Associamo a questa parola magica i momenti più belli della nostra esistenza, ma allo stesso tempo con essa identifichiamo qualcosa che, a volte, sembra lontana e irraggiungibile. Che cosa è la felicità, dunque? Numerose possono essere le definizioni. Secondo John A. Schindler, si tratta di uno stato mentale in cui abbiamo pensieri piacevoli per gran parte del tempo. In altre parole la felicità è una condizione di benessere della mente. Gli studi scientifici hanno ampiamente dimostrato che chi vive serenamente ha uno stato di salute migliore rispetto a chi invece è costantemente addolorato per qualcosa. La medicina psicosomatica ha dimostrato inoltre che lo stomaco, il cuore, il fegato e tutti gli organi interni funzionano meglio quando siamo sereni. Allora perché è così complicato essere felici? La risposta è molto semplice, perché si crede che la gioia sia qualcosa da raggiungere e da meritarsi, mentre essa è il risultato di una scelta che quotidianamente decidiamo di fare. Molti credono che la persona felice sia un po’ egoista, invece quando siamo contenti l’energia, che emaniamo, diventa contagiosa. Altri aspettano la felicità in futuro, per esempio rimandandola a quando si laureano, a quando trovano un lavoro, a quando si sposano. Continuano così costantemente a non essere felici. La felicità, cari amici, è un’abitudine che, se non si apprende facendo pratica nel momento presente, si rischia di non provare mai. Se si vuole vivere bene, non dovete aspettare che accada qualcosa nella vostra vita.
Ma allora come trovarla? Come si ottiene la felicità? “Io regno ormai da più di cinquant’anni vittorioso e in pace – disse il califfo Abdelraham – amato dai miei sudditi, temuto dai nemici, rispettato dai miei alleati. Ho avuto ricchezze e onori, potenza e piaceri e la mia felicità è stata colma di ogni benedizione terrena. In tali condizioni, io ho avuto diligentemente fare il conto dei giorni di vera e pura felicità che erano scritti nel mio destino: essi non sono più di quattordici”. Vivere serenamente è una condizione interna e nella maggior parte dei casi il malessere deriva da un’errata interpretazione di un avvenimento che ha dato un altro scossone alla nostra autostima. Mi spiego meglio; sono le nostre opinioni su una precisa situazione a renderla dolorosa per noi. Questo episodio fa abbassare la stima che nutriamo nei nostri confronti. Per esempio, se siete degli studenti e vi bocciano è un fatto che l’esame non sia stato superato, ma è una vostra opinione ritenervi stupidi o incapaci. Se avete delle attività commerciali o un’impresa è un fatto che abbiate perso dei soldi o fatto dei cattivi investimenti, ma è una vostra opinione credere di essere un fallito. Cosa pensate che fece Thomas A Edison, dopo che il suo laboratorio, che valeva milioni di dollari, era stato distrutto da un incendio, contro il quale non aveva assicurazioni? Cominciò a ricostruirlo il giorno seguente, mantenendo un atteggiamento combattivo.
Essere felici non vuol dire che non incontrerete mai difficoltà sul vostro cammino, che non verrete criticati, insultati, traditi, ma significa dare il giusto valore a queste situazioni e non permettere che esse vi condizionino. Rimuginare sul passato o sugli errori blocca la persona in un circolo vizioso, dal quale difficilmente potrà uscire. Allora, accettate che ogni giorno sia un misto di bene e male, che non esistono giornate al cento per cento positive. Scegliete al contrario pensieri positivi e lasciate andare quelli distruttivi. Imparate a sorridere più spesso durante il giorno, prendetevi meno sul serio, apprezzatevi per quello che siete e rispettate il prossimo, non date giudizi e non criticate gli altri. Pensate, per quello che vi è possibile, che quanto desiderate sia già parte della vostra vita. Indipendentemente da ciò che vi capita, voi cercate di reagire il più tranquillamente possibile, ignorando completamente quei fatti negativi, che, se non metabolizzati, modificano, in peggio, il vostro stato d’animo attuale.