Barbie. The Icon: questo è il titolo della mostra allestita presso il Museo delle Culture di Milano fino al 13 marzo 2016. Perché un’esposizione su una bambola? Innanzitutto non si tratta di un giocattolo qualsiasi ma di un oggetto che ha fatto storia e posso provare a spiegarvi il motivo attraverso la mia esperienza.
Sono figlia degli anni Ottanta e, quindi, in fatto di emancipazione femminile, sono lo spartiacque tra ciò che fu e ciò che è! Sono un po’ ibrida e vivo tra quelli che son sospesi, cioè in bilico tra le inquietudini di una moglie imperfetta, che ha scelto di fare la giornalista/editrice, e lo strano desiderio di condividere pochi istanti di vita, qua e là, tra un social e l’altro. Abito in una dimensione che spazia dal reale al virtuale, per confondersi in mondi paralleli e fantastici.
Quale bambola potrebbe allora rappresentare il mio modo di essere se non la Barbie, colei che in cinquantasei anni ha interpretato diversi ruoli proprio come la migliore attrice di Hollywood? Quale donna può essere al contempo medico e astronauta, cantante e modella, madre e avventuriera? Qualche giorno fa andai a casa di una mia amica. La figlioletta giocava con le Barbie tutte svestite.
«Devono dormire», mi disse sorridendo. «I letti sono pochi e le bambole tante», aggiunse. Si capisce molto di una bambina che gioca con le Barbie. Si riesce a comprendere il suo modo di approcciarsi al proprio microcosmo, le sue ansie, ma anche e soprattutto il rapporto che ha con la mamma. E allora ripensai alla mia infanzia. Le mie Barbie erano donne in carriera che si dividevano tra vacanze di lusso, famiglie, anche un po’ invadenti, e un lavoro gratificante. La mia Barbie aveva i capelli neri ed era una stilista famosa, con due figli e un marito, Ken, pure lui in carriera. Aveva la servitù, la piscina, un camper e una casa da sogno. Erano gli anni delle telenovelas sudamericane, prodotte dove le classi sociali erano divise nettamente in ricchi e poveri (non il trio musicale, pure lui in voga in quel periodo). Erano gli anni delle mamme casalinghe che guardavano, piangendo, le soap. Erano gli anni di Al Bano e Romina Power, dei film di Bud Spencer e Terence Hill, di Bim Bum Bum ma anche di un’ingenuità che non tornerà più. Erano gli anni in cui mia madre cuciva i vestiti su misura per la Barbie in procinto di sposarsi con l’amore di sempre mentre mia nonna chiamava la regina dei miei giochi «coscia lunga». Associavo la Barbie alla Befana, astuta vecchietta, che mi portava i giochi dal caminetto, mai fumante perché altrimenti i suoi piedi avrebbero preso fuoco. Erano gli anni in cui si sognava in grande, immaginando. Il mondo di questa meravigliosa bambola può essere compreso solo da chi realmente l’ha conosciuta nell’intimo e su di lei ha proiettato paure, gioie e quei sogni che appartengono all’infanzia. Nessun obiettivo ma solo tanta voglia di vivere e di giocare per il piacere di farsi coccolare dal sano divertimento, immaginando storie fantastiche di una realtà a colori che si tingeva di fantasia. Ecco perché le Barbie hanno segnato un’epoca e continuano a prendere forma nella vita di miliardi di bambini. La mostra Barbie. The Icon vi offrirà dunque l’occasione di conoscere o rivedere la Barbie, il suo amato Ken, sua sorella, i suoi meravigliosi abiti, i suoi accessori e ogni suo avere. Nel corso della visita (la mostra comprende cinque sezioni e una sala introduttiva) potete rivivere il tempo che fu, magari con vostra figlia o con le vostre nipotine. In solitudine oppure in compagnia vi farete certamente coccolare dai ricordi, perché una Barbie è per la vita!
Info
Che cosa? Barbie – The Icon
Quando? Dal 28 ottobre 2015 al 13 marzo 2016
Dove? Museo della Cultura di Milano
Chi? La mostra è prodotta da 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE, con la promozione del Comune di Milano-Cultura e da 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE e con l’ausilio di Mattel.
Telefono: 0254917