Bologna: recensione della mostra “Frida Kahlo. Fotografie di Leo Matiz” – Il 14 gennaio scorso, gremito di visitatori, lo spazio di ONO arte contemporanea ha inaugurato la tanto attesa “Frida Kahlo. Fotografie di Leo Matiz”, una mostra che fino al 28 febbraio esporrà trentacinque scatti del fotografo colombiano che tra il 1941 e il 1943 immortalò l’artista messicana e il suo quotidiano entourage. Realizzata grazie alla stretta collaborazione tra la galleria e Alejandra Matiz (Fondazione Leo Matiz) l’esposizione racconta una Frida Kahlo spontanea e disinvolta davanti all’obiettivo del fotografo che per molti anni fu un caro amico della pittrice. Icona contemporanea la Kahlo racchiude nella sua immagine un intero universo: coinvolta nel ’25 in un terribile incidente fu costretta per lungo tempo a letto cominciando così a ritrarre se stessa nei suoi quadri. Grazie a uno specchio appeso sul letto a baldacchino e a un dispositivo che manteneva una tavola di legno sospesa in alto, Frida fu infatti in grado di dipingere riversando tutta la rabbia e il dolore nella sua forma artistica prediletta. «Dipingo me stessa perché passo molto tempo da sola e sono il soggetto che conosco meglio», diceva l’artista; l’incidente che le costò numerose fratture alla spina dorsale, alla gamba sinistra e alle costole segnò profondamente il suo corpo ma anche, per l’intera esistenza, la sua anima, basti pensare alle numerose tele, come “La colonna spezzata” del ‘44, che negli anni successivi all’incidente continuarono ad autorappresentarla ferita o trafitta.
Nelle foto esposte nella mostra di Bologna, i colori sgargianti dei vestiti tipicamente messicani di Frida Kahlo e quelli vivaci degli interni della Casa Azul, dove la pittrice visse con Diego Rivera fino alla sua prematura scomparsa, cedono talvolta il passo al bianco e nero di Matiz lasciandoci immaginare le diverse nuance che animarono un tempo quella viva realtà. Fiori sul capo e accennati sorrisi, volto serio ed espressione pensierosa di un’artista a suo agio nel quartiere natale di Coyoacan a Città del Messico. Fierezza, emancipazione e femminilità trasudano da queste immagini che trasportano il visitatore nella sfera domestica e abitudinaria di una donna che è passata alla storia per la sua eccezionale passionalità, per l’impegno politico e per l’immensità delle sue opere. L’esposizione avvicina all’umanità della Kahlo non attraverso la sua stessa arte ma attraverso quella di Leo Matiz che ha saputo rubare momenti preziosi al tempo fugace.
Matiz dimostrò di avere grande talento immergendosi a capofitto nel suo tempo, con la realizzazione dei ritratti di numerosi importanti personaggi della Messico degli anni ’40, e avventurandosi poi in tutto il mondo con lo scopo di fissare nella storia dell’immagine importanti avvenimenti come quello della Liberazione di Parigi dal regime nazista del 24 agosto del 1944. All’interno della mostra “Frida Kahlo. Fotografie di Leo Matiz” vi è anche una sezione dedicata agli schizzi preparatori che la fumettista Vanna Vinci ha realizzato per la biografia a fumetti dedicata alla pittrice che verrà pubblicata il prossimo autunno. ONO arte contemporanea, galleria dedicata all’arte in tutte le sue forme (fotografia, videoarte, grafica, installazioni, libri, oggetti di design e abbigliamento, documentari, musica e vinili), è uno spazio vivo e creativo in cui le mostre, prevalentemente fotografiche, offrono la possibilità di osservare le grandi icone contemporanee da un inedito punto di vista.
“L’arte di Frida Kahlo de Rivera è un nastro intorno a una bomba”, André Breton – Le surréalisme et la peinture.