Due sono le cose che colpiscono non appena si entra nella magia, perché di magia si tratta, a Roma, nello Studio 1 di Cinecittà dove è allestita la splendida mostra fotografica di Steve McCurry, che si intitola Oltre lo sguardo. La prima è costituita dalle fotografie surreali, senza tempo, dei suoi scatti realizzati proprio nei magazzini di questa mitica cittadina del cinema, riscattata dall’oblio in cui era caduta qualche tempo fa. Fotografie dove l’assenza dell’uomo, contrariamente alla sua trentennale produzione, spiazza il visitatore catapultandolo in una dimensione sospesa, dove il respiro quasi viene trattenuto mentre la mente cerca un appiglio, un punto di riferimento che quelle foto, che vanno appunto “oltre lo sguardo”, sottraggono, mentre mostrano oggetti di scena, statue, maschere. Scatti di pochi anni fa eppure impossibili da catalogare cronologicamente. La seconda sorpresa è l’allestimento della mostra a cura di Peter Bottazzi. Non crediate di vedere la solita sequela di fotografie appese ai muri, con tanto di noiose descrizioni su pannelli che nessuno legge. No, in questo caso l’idea è stata geniale. Dopo pochi passi, ci si rende conto di essere prigionieri di un labirinto in cui non c’è un percorso delineato da seguire, ma in cui si è liberi di perdersi e contemporaneamente di lasciarsi sorprendere dalle immagini (bellissime, perfettamente illuminate tanto da sembrare delle diapositive proiettate) che nel buio di quel non luogo si stagliano all’improvviso davanti agli occhi con tutta la loro forza.
Una serie infinita di pareti fatte di velatini neri trasparenti, scendono a piombo a delimitare un’altrettanta infinita sequela di micro ambienti, e su di esse si stagliano ben 150 enormi fotografie che aspettano di essere scoperte e che, nel momento in cui ce le troviamo di fronte, ci interrogano. Mondi lontani, volti soprattutto, bambini, persone, storie, momenti storici e altri di normale quotidianità.
Un’umanità altra da noi eppure nostra, se decontestualizzata. Sono i nostri occhi, le nostre rughe, i nostri drammi e le nostre meraviglie. Solo in un posto così fuori dal tempo, e qui è la genialità dell’allestimento, in quei volti e in quelle storie troviamo quell’appiglio, quei punti di riferimento che abbiamo perso appena entrati. E’ la nostra storia, di noi tutti, noi razza umana. Siamo a Roma, a Cinecittà, ma non lo ricordiamo più, travolti dai colori e da ciò che i tanti scatti (molti inediti) di Steve McCurry ci sussurrano, in un ambiente così rarefatto, parcellizzato in un percorso casuale, in cui è bello smarrirsi e sorprendersi poi di fronte ad una foto capolavoro, a uno sguardo che ci fissa o a un paesaggio struggente o tragico che sia. Dove noi stessi siamo osservati e non solo osservatori. Questa straordinaria mostra, curata da Biba Giacchetti e Peter Bottazzi e prodotta da Cinecittà si mostra e Civita Cultura in collaborazione con SudEst57 e con il sostegno di Lavazza e media partner Dimensione Suono Roma, sarà visitabile fino al 20 settembre. Non perdete l’occasione di un’esperienza così affascinante. Oltre lo sguardo non è solo una mostra, l’occasione di vedere da vicino la produzione di Steve McCurry, uno dei più grandi fotografi al mondo, ma un vero viaggio alla ricerca della nostra intimità di esseri umani, di passaggio sul pianeta terra.
Paolo Leone
Si ringrazia l’Ufficio Stampa Civita nelle persone di Barbara Izzo e Arianna Diana