La Pasqua si avvicina e, come abbiamo fatto per altre festività, ci chiediamo quale sia il suo significato più profondo anche in tempi difficili come questo che stiamo attraversando. Pasqua letteralmente vuol dire “passare oltre” e difatti il termine risale alla festività ebraica che celebrava l’uscita degli Ebrei dall’Egitto verso la Terra Promessa. Mosè riuscì a liberare il suo popolo dalla tirannia del faraone e a farlo rinascere simbolicamente a vita nuova attraverso una serie di peripezie. La Pasqua ebraica rievoca, dunque, il viaggio verso casa che potrebbe rappresentare anche la dimora del cuore, laddove tutto è possibile, ma per arrivarci è necessario superare molte prove difficili e dolorose; il cammino della fede dopotutto è lungo e accidentato.
La Pasqua: il significato Cristiano
Per i Cristiani la Pasqua ha un altro significato, sebbene il simbolismo sia pressoché analogo, per certi versi. Tra il quarto e il sesto secolo a.C. al tempo di Erode il Grande, a Betlemme in una mangiatoia nacque un bambino di nome Gesù. I simboli della natività custodiscono già il destino di quel neonato che dovrà morire per poi risorgere. Ogni cosa in quella povera capanna, dalla mirra all’incenso e all’oro, profuma di morte e di resurrezione.
Tutto era già scritto…
Come si legge nei quattro Vangeli Canonici, Gesù – dopo un’infanzia che è quasi del tutto ignota – fu tentato dal demonio nel deserto e in Palestina chiamò a sé dodici seguaci, compiendo miracoli e prodigi. Diede la vista ai cechi e l’udito ai sordi, resuscitò i morti e incoraggiò gli appestati e i deboli di cuore; parlando per parabole il Figlio dell’Uomo ci ha lasciato un patrimonio immenso.
Non si fece mai intimorire dai potenti e dai ricchi, perché la sua missione gli era chiara: era venuto al mondo per renderci più umani e sensibili, più accorti e predisposti all’ascolto, più inclini all’Amore. Il suo fu un messaggio che parlava di perdono e di redenzione ma anche di dolore che non va evitato, bensì ascoltato e vissuto appieno, perché solo così la rinascita è garantita. Il significato della Pasqua cristiana è tutto racchiuso nella Passione, nella Morte e nella Resurrezione del Cristo che avviene dopo tre giorni dalla dipartita.
Nell’arco della Settimana Santa, che comincia con la Domenica delle Palme, i Cristiani ripercorrono i momenti salienti delle ultime ore di Gesù Cristo sulla terra, quali l’ultima cena, la lavanda dei piedi, l’arresto sul monte degli ulivi e la Via Crucis.
La Pasqua nei film: da Zeffirelli e Pasolini a Mel Gibson
Si può comprendere il significato della Pasqua anche mediante la Settima Arte; molti sono stati, infatti, i film che hanno raccontato la vita di Gesù, soffermandosi in particolare sulla Passione di Cristo. Sicuramente tra questi ricorderete il “Gesù di Nazareth” di Franco Zeffirelli. Uscita per la prima volta nella primavera del 1977 in quattro puntate, con i suoi 220 attori, migliaia di comparse e otto mesi di ripresa, questa pellicola fu amata e odiata. Apprezzato dal mondo cattolico, esaltato negli Stati Uniti e accolto con pochi clamori dalla critica britannica, il lungometraggio ripercorre l’esistenza terrena di Gesù basandosi sui Vangeli Canonici e su qualche episodio apocrifo.
Tra gli altri film che meritano di esseri ricordati in occasione della Pasqua, per cogliere il suo significato più profondo, c’è sicuramente “Il Vangelo Secondo Matteo” di Pierpaolo Pasolini. Uscito circa un decennio prima della pellicola di Zeffirelli, esattamente nel 1964, il lungometraggio con un simbolico poverismo mette in luce più l’umanità che la divinità di Gesù.
Nel 2004 invece Mel Gibson realizzò un film che ci fece accapponare la pelle per il realismo e per l’intensità della sceneggiatura, i cui dialoghi furono scritti in aramaico e latino, con i sottotitoli in inglese e nelle Lingue dei Paesi in cui fu distribuito. Il film, girato tra i sassi di Matera, fu aspramente criticato per aver reso i Romani degli stupidi, fatto diventare Ponzio Pilato un gentiluomo e soprattutto per il suo crudismo antiestetico.
Ben Hur: il film capolavoro
E poi c’è “Risorto”, un lungometraggio che non aggiunge né toglie nulla alla cinematografia di genere. Tra le opere che certamente vi consigliamo di vedere al primo posto mettiamo il colossal “Ben Hur” (1959), nel quale si narra del percorso di crescita e di conversione di un nobile ebreo, ma anche Maria Maddalena, film del 2018 che si sofferma su Maria di Magdala.
Pasqua: significato simbolico della festa.
La Pasqua cade sempre dopo l’equinozio di primavera e non è un caso. Il suo significato è simbolicamente legato anche ai cicli della terra. Anche le stagioni ripercorrono la nascita, la passione, la morte e la resurrezione. Esse sono quattro, proprio come i momenti salienti della vita terrena del Cristo. Potremmo far coincidere la nascita con l’estate, la passione con l’autunno, la morte con l’inverno e la resurrezione con la primavera quando la natura si risveglia e ricomincia il suo ciclo vitale.
Anche l’usanza delle pulizie pasquali è legata proprio alla rinascita, come anche l’antica abitudine di regalare le uova, che sono sinonimo di Vita e di nutrizione. La primavera è un pullulare di profumi, di sapori, di benessere e innanzitutto di creatività. Il cioccolato stesso, soprattutto se fondente, è ricco di micronutrienti e di sali minerali come il magnesio. Fa bene al corpo e alla mente.
La colomba pasquale…
La colomba pasquale rappresenta invece la pace e la classica gita del Lunedì dell’Angelo (Pasquetta) è l’occasione per uscire di casa, tra i fiori e l’erba, dopo il lungo inverno. Tutto ha un senso e la fede cristiana, che percorre le vie del cuore e della psiche, si intreccia con una dimensione più terrena e ancestrale, la quale va riscoperta per riassaporare l’essenza della Vita oggi soffocata da una razionalità imperante che si nutre soltanto di processi empirici.
La Primavera di Botticelli e il significato della Pasqua
Basta guardare il celebre dipinto di Sandro Botticelli per cogliere il significato della Primavera e più aspetti della Pasqua. Esposto a Firenze, al secondo piano della Galleria degli Uffizi, il quadro fu realizzato dal pittore per Lorenzo di Pierfrancesco de’ Medici intorno al 1478 ed è una delle opere più rappresentative del Rinascimento, periodo che è considerato una sorta di primavera artistica e letteraria tutta italiana. L’opera, per com’è strutturata e per le figure dipinte, è in primo luogo un inno alla rinascita della natura nell’Amore, con precisi riferimenti alla filosofia neoplatonica e alle Stanze per la giostra di Angelo Poliziano.
Esaminiamo l’opera
Esaminiamo l’opera da destra verso sinistra: Zefiro, che simboleggia il vento, insegue Flora. Si uniscono e nasce la Primavera. Al centro del quadro si scorge Venere, dea dell’amore e della fecondità, sopra di lei svolazza Eros bendato. Sulla sinistra, quasi in cerchio, notiamo le tre Grazie, che danzano beate. Infine si vede Mercurio agitare il caduceo che significa prosperità e pace. Venere è in una posizione centrale e le figure sono disposte in maniera sinuosa, musicale, morbida, senza forzature. E` da notare che Botticelli realizza per struttura e composizione un’opera quasi antirinascimentale perché le figure non sono organizzate secondo le regole della prospettiva. Chi guarda si sente spettatore, giacché i soggetti ritratti sono collocati secondo una logica quasi teatrale.
La rinascita è nel cuore…
La primavera è dunque un risveglio, una rinascita, un ritorno a una dimensione meno intima e tuttavia verace. Dopo essersi ritratta in sé, nelle camere del buio, la Natura è pronta per creare e dare il meglio. Dopotutto anche il sonno è una sorta di morte metaforica che ci conduce nel nostro spazio interno per farci risorgere ogni mattina.
La Pasqua si festeggia in questo periodo dell’anno proprio per i suddetti motivi. Vi auguriamo dunque di scoprire il suo significato autentico, anche e soprattutto in questo periodo difficile. Noi ci auguriamo vivamente che tutta l’umanità finalmente riscopra se stessa, ricordandosi che l’uscita dal Paradiso Terrestre dopotutto non è definitiva e che in ogni istante della nostra esistenza possiamo risorgere proprio come ha fatto Cristo, a prescindere dal nostro credo.
Le religioni, come scrive il Dalai Lama, sono tutte sorelle perché parlano d’Amore, ma sono state portate avanti da uomini che hanno travisato il messaggio originario di personalità come Gesù per esempio, facendoci vivere per secoli in un clima di morte e paura. Cristo è Amore e il suo messaggio, dopo oltre duemila anni, è ancora forte e chiaro! Buona Pasqua da Cultura & Culture. (Maria Ianniciello)