Lo sport come integrazione e partecipazione dei detenuti, ma soprattutto come lotta alle dipendenze. Questo l’obiettivo del torneo di pallavolo organizzato fra detenuti tossicodipendenti e studenti di Istituti Scolastici Superiori di Torino e provincia. La partita è in programma per domani, venerdì 31 maggio 2013, presso la Casa Circondariale Lorusso e Cutugno di Torino ed è stata pensata e voluta dall’Associazione Sportiva Socio-culturale Iride di Grugliasco, in collaborazione con il Servizio Dipendenze Area-Penale dell’A.S.L. TO2 e l’Amministrazione Penitenziaria. In particolare la manifestazione sportiva, giunta alla XVII edizione, prevede la partecipazione di squadre di rappresentative di detenuti tossicodipendenti inseriti in programmi terapeutico-riabilitativi della Struttura a Custodia Attenuata (S.C.A.) “Arcobaleno” e squadre di rappresentative di quattro Istituti Scolastici Superiori, il Liceo Scientifico Ettore Majorana di Torino, l’I.T.I.S. Giuseppe Peano di Torino, l’I.T.I.S. Giulio Natta di Rivoli e l’I.I.S.S. Luigi Des Ambrois di Ulzio.
A spiegare il senso dell’iniziativa è Enrico Teta, responsabile Ser.D-Area Penale ASL TO 2: «L’iniziativa risponde a una doppia finalità: mettere in contatto la realtà del carcere con la comunità esterna per favorire il reinserimento sociale dei detenuti tossicodipendenti e sensibilizzare la popolazione generale, in particolare le giovani generazioni, sulle problematiche collegate all’abuso di sostanze psicoattive e ai comportamenti devianti – afferma -. La tossicodipendenza è una patologia complessa, con implicazioni neurobiologiche, psicologiche e sociali, che, se non opportunamente curata, tende a recidivare anche dopo un prolungato tempo di astensione forzata, come può accadere successivamente a un periodo di carcerazione. Infatti, secondo quanto riportato da alcune ricerche internazionali, all’uscita dal carcere, in assenza di un trattamento specifico, oltre il 50 per cento dei soggetti con una storia di Disturbo da Uso di Sostanze, ha una ricaduta entro un mese dal rilascio».
Teta sostiene inoltre che «la ricaduta nell’uso di sostanze e la recidiva del reato si combattono molto più efficacemente con la cura della dipendenza piuttosto che con l’inasprimento delle pene e delle condizioni di detenzione, ma questo dato di fatto fatica ad affermarsi nella cultura generale». Circa un quarto dei soggetti detenuti nelle carceri italiane presenta un quadro di abuso/dipendenza da sostanze stupefacenti e/o alcool, molti dei quali non hanno mai ricevuto un trattamento specialistico per tale disturbo. «Risulta pertanto importante predisporre dei servizi sanitari efficienti, anche all’interno degli istituti penitenziari, capaci di intercettare questi bisogni di cura e dare risposte terapeutiche appropriate», conclude Teta. Gli ideatori di questa iniziativa fanno quindi sapere che in questa ottica il Servizio Dipendenze – Area Penale dell’A.S.L. TO2, in collaborazione con l’Amministrazione Penitenziaria, organizza e gestisce presso la Struttura a Custodia Attenuata “Arcobaleno” della Casa Circondariale Lorusso e Cutugno, programmi terapeutico-riabilitativi per detenuti con Disturbi da Uso di Sostanze. I programmi terapeutico-riabilitativi della Struttura a Custodia Attenuata “Arcobaleno” hanno due percorsi clinici: “Aliante”, che vuole essere un ponte verso i progetti di cura e reinserimento sociale esterni ed è rivolto a soggetti con una situazione giudiziaria che consente l’elaborazione di programmi di cura e socio-riabilitativi da iniziare in carcere e poi proseguire all’esterno in misura alternativa alla detenzione, e “Arcobaleno”, che costituisce un programma terapeutico di tipo comunitario, attuato all’interno del carcere, destinato a coloro per i quali si prevede una permanenza nell’Istituto di 2-3 anni, con l’obiettivo di attivare un cambiamento complessivo della persona. Il programma terapeutico è attuato con interventi individuali e di gruppo e si basa sull’elaborazione della singola storia di vita, per favorire il superamento della dipendenza da sostanze e la scelta di uno stile di vita alternativo a quello deviante. Particolare importanza riveste il collegamento con le agenzie esterne al momento della messa in libertà, per gestire le necessità sanitarie e sociali del soggetto, con il coinvolgimento di tutti gli attori sociali. In questo contesto, anche una manifestazione sportiva come il Torneo di pallavolo diventa un momento significativo per aumentare la conoscenza del problema e abbattere diffidenza e paura. In linea con l’evidenza di molte ricerche, la strada dell’inclusione sociale e della riabilitazione può essere un beneficio per tutti i componenti della collettività.