A Tunisi 30mila persone per la libertà

©fsm2013.org
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Dignità. E’ la parola d’ordine del Forum Sociale Mondiale, che si è aperto mercoledì scorso a Tunisi con un’imponente manifestazione. Oltre 30mila persone e circa 4mila organizzazioni da tutto il mondo hanno sfilato pacificamente per 9 chilometri, tra slogan, canti e rivendicazioni, a inaugurare due anni dopo le primavere arabe il primo Forum Sociale Mondiale organizzato in un Paese arabo. Libertà, diritti, democrazia, giustizia, eguaglianza tra i popoli, ma anche questione femminile e crisi economica e sociale sono al centro dei dibattiti organizzati nel campus universitario di Tunisi fino a sabato 30 marzo 2013. Alla manifestazione sta partecipando anche Legambiente che ha portato al Social Forum le ragioni dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile, proponendo il bacino Mediterraneo come punto d’osservazione di problematiche comuni: dalla tutela del mare e delle coste dall’inquinamento, alle politiche energetiche e alle possibilità della green economy e dello sviluppo rurale. Oggi si è svolto il primo appuntamento organizzato da Legambiente che, insieme a Cgil, Arcs/Arci e Fairwatch, ha presentato l’Osservatorio italiano sul commercio internazionale. L’obiettivo? Analizzare e denunciare lo stretto legame tra le questioni ambientali, in particolare la crisi climatica, e le politiche del commercio internazionale che sfruttano comunità e luoghi fragili, ignorando i diritti dei più poveri. «Dobbiamo lavorare affinché il commercio internazionale riconosca la centralità di diritti, salvaguardia dei beni comuni e sostenibilità ambientale e sociale – ha dichiarato Maurizio Gubbiotti, responsabile del dipartimento internazionale di Legambiente -. La crisi economica che attraversiamo è stata aggravata in maniera forte dalla privatizzazione dei beni comuni come l’acqua e l’energia. La grande partecipazione a questo Social Forum nel Maghreb, dove prosegue il fermento della società civile, è particolarmente significativa per lo sviluppo dei processi di democratizzazione e per la crescita di una sensibilità ambientalista diffusa».

Soddisfazione dopo l’incontro fa parte di Mimmo Fontana della segreteria nazionale di Legambiente che dichiara «Le associazioni ambientaliste con cui ci siamo confrontati hanno manifestato l’esigenza di creare un’alleanza euro mediterranea, condividendo i nostri obiettivi e l’importanza di una rete che sviluppi una nuova politica ambientalista per un futuro solidale e sostenibile. Nel dibattito – prosegue Fontana – è emersa una grande apertura rispetto alla questione ambientale ma anche il timore che questa istanza, in un paese ancora troppo fragile come la Tunisia, possa essere strumentalizzata da interessi economici del nord del mondo. Un timore che riguarda in primis la questione energetica. E’ stata sottolineata, inoltre, l’esigenza di rafforzare le politiche ambientaliste in un paese in cui il ministero dell’ambiente è diventato un semplice dipartimento del ministero delle infrastrutture,nonché quella di formare giornalisti esperti in temi ambientali per rafforzare la loro presenza sui media tunisini». Per consolidare relazioni di cooperazione tra le ONG dei paesi del bacino del Mediterraneo, Legambiente terrà domani pomeriggio, insieme alle associazioni ambientaliste tunisine, uno dei seminari dell’area “Alternativa Mediterranea”.

 

Per saperne di più sul Forum Sociale Mondiale: http://www.fsm2013.org/

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