“Io conosco il canto dell’Africa, della giraffa e della luna nuova africana distesa sul suo dorso. Degli aratri nei campi e delle facce sudate delle raccoglitrici di caffè. Ma l’Africa conosce il mio canto?” (dal film La mia Africa)
L’Africa e tutto il suo ecosistema conosce il canto dell’umanità. E` una melodia che troppo spesso semina morte e distruzione tra le specie animali e vegetali che arricchiscono questo meraviglioso continente. Negli ultimi anni il nostro canto di uomini, assetati di denaro, sta distruggendo uno degli animali più antichi del Pianeta Terra, l’elefante, che vive sia in Africa, sia in Asia. L’elefante è a rischio di estinzione per due motivi: la deforestazione e il commercio illegale di avorio. Le zanne dell’elefante africano (in Asia solo il maschio ha zanne di avorio) sono di avorio, un materiale utilizzato per realizzare inutili manufatti.
Il commercio di avorio, bandito nel 1989, in realtà non è mai stato sconfitto, anzi dal 2007 – anno in cui la Cites, l’organizzazione che regola il mercato mondiale dei prodotti di specie a rischio, consentì a quattro nazioni africane di vendere alla Cina l’avorio considerato “legale” e accumulato nei magazzini negli anni della moratoria – si è sviluppato un mercato nero di questo materiale che sta seriamente danneggiando l’elefante. Il WWF, che si batte per proteggere l’elefante, con una nota ha fatto sapere che sono state sequestrate e bruciate dal Governo americano sei tonnellate di zanne e ninnoli di avorio. L’Organizzazione ambientalista invita il Congresso degli Usa a mettere una moratoria sul commercio di avorio nel Paese e invita gli altri Stati, in primis Gabon, Kenya e Filippine, a fare altrettanto, opponendosi, con voce chiara e forte, alle organizzazioni criminali che traggono profitto dal massacro di elefanti. L’avorio è stato distrutto a A Denver nel Colorado dall’US Fish and Wildlife Service ( USFWS).