A Venezia è finalmente arrivato il giorno di Al Pacino. Un nome, una leggenda. Il Lido chiedeva a gran voce la star e ne è arrivata una planetaria. A 74 anni Al Pacino si dimostra ancora un attore brillante, nonostante i due film che lo vedano protagonista qui non siano all’altezza dei lavori a cui ci ha abituati. Da Scarface a Carlito’s Way, da Profumo di donna a Insomnia, e la lista potrebbe andare oltre, l’attore italo-americano si è sempre contraddistinto per una spiccata personalità e una sincera fragilità che lo hanno reso il beniamino per tutti, senza distinzione di classe. Grande fermento alla Mostra già da ieri sera quando la sua presenza era solo nell’aria. Qualche ora più tardi il fermento si è trasformato in delirio e, quando verso le 12 è sbarcato in Laguna, i suoi fan, compresi gli addetti ai lavori, sono andati in tilt. Dopo le due conferenze stampa che hanno generato un’indicibile euforia tra cinefili e giornalisti e che hanno registrato il tutto esaurito, c’è grande attesa per il suo arrivo, tra qualche ora sul red carpet. Il pubblico è in coda da ore per riuscire ad aggiudicarsi il biglietto per la prima dei suoi due nuovi film. In realtà, i posti in sala sono già esauriti da stamattina all’alba e i suoi fan saranno costretti ad affrontare altre ore di fila pur di riuscire ad accaparrarsi quei pochi posti che vengono lasciati in caso di emergenza. Un’altra parte di affezionati è invece accampata da diverse ore ai bordi del tappeto rosso, in attesa di strappargli un autografo al suo arrivo sulla passerella. Oltre al loro entusiasmo, sarà un sole veneziano incredibilmente splendente a dargli il benvenuto tra la gente.
Ai microfoni della Biennale Al Pacino è apparso in gran forma, entusiasta ma anche molto stanco. Ha parlato della sua difficile infanzia ma anche degli Actors Studio: «Non smetterò mai di parlarne bene per tutte le opportunità che mi hanno dato. Per me sono come una famiglia”. E ha aggiunto qualcosa anche a riguardo dei cambiamenti dell’industria cinematografica: “Tutto cambia, fa parte della vita. Ultimamente ho visto I Guardiani della Galassia insieme ai miei figli e sono rimasto veramente colpito da una tale inventiva». A breve Al Pacino ripartirà da Venezia per presentare i due film al Festival di Toronto. Manglehorn di David Gordon Green e The Humbling di Barry Levinson non sono piaciuti quasi a nessuno proprio perché il suo pubblico si rifiuta di vedere Pacino invecchiato. La sua forza è la stessa, peccato che nessuno dei due registi sia riuscito a sfruttarla a pieno. Il puro talento di un genio del cinema è così rimasto ingabbiato in un attore che è l’ombra di se stesso, in dei ruoli che lo ritraggono come un vecchietto solo e depresso. Per noi appassionati un’immagine così sfocata è inaccettabile ed impietosa. Lui ci ha rassicurati: «Depresso io? Può essere che lo sia ma non me ne renda conto! Ad ogni modo l’aereo della mia carriera non è ancora atterrato, non so se è la metafora giusta ma è così».
Rosa Maiuccaro