Ansia da lavoro: cinque rimedi per risolverla con naturalezza

Ansia da lavoro: si tratta di un disagio molto diffuso che riguarda più di sei milioni di italiani. In questa sede, tuttavia, non ci interessano le cause di una ‘situazione’ che potrebbe crearci tanti problemi, dato che il lavoro prende gran parte del nostro tempo, bensì le soluzioni.

Allora cambiamo la parola ‘ansia’ e sostituiamola con ‘energia’. Sì, hai letto bene. L’ansia non è un altro che un’energia in eccesso che spesso appare per ricordarci qualcosa che tendiamo a voler dimenticare. E` come un fuoco che ci invita a rivedere alcuni aspetti della nostra vita. Poi accostiamo il termine ‘energia’ a ‘felicità’.

Il nostro organismo ci manda dei segnali, che spesso sottovalutiamo o ignoriamo, per garantirci un’esistenza armonica e felice. Il suo obiettivo – usando parole semplici e senza voler banalizzare un disagio che va comunque contestualizzato e affrontato nelle sedi opportune, con percorsi idonei, se dovesse diventare cronico e soprattutto invalidante – è quello di farci cambiare sicuramente rotta o punto di vista e non per forza di cose sul lavoro.

Dunque, è possibile essere felici sul lavoro? Come si può fare quando un’occupazione lavorativa davvero non ci piace oppure genera ansia perché magari ci crea troppo stress o ci sono dei colleghi con cui non andiamo d’accordo? Ci aiuta a trovare una risposta valida il Dalai Lama nel libro L’arte della felicità sul lavoro (edito da Mondadori) scritto da Howard C. Cutler che intervista la massima autorità del Buddismo su un tema importante e di grande attualità.

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Il primo passo, secondo il Dalai Lama, sta nel riconoscere che nessuna situazione è buona o cattiva a prescindere: “A volte in Occidente ho notato una tendenza a pensare in termini di o è bianco o è nero. E invece nella vita è tutto relativo. Basandosi su questa certezza, è possibile coltivare una più ampia prospettiva della situazione e cercare di osservarla da angolature diverse. Si può andare oltre nell’analisi riconoscendo che un lavoro migliore e un salario più alto non significa una totale assenza di problemi”.

Eppure insistere sul problema, crucciarsi, continuare a pensare e ripensare alla soluzione o alle possibili cause non è salutare. Trovare uno spazio alternativo nel quale potersi esprimere al di fuori del lavoro attutisce sicuramente l’ansia. Se il lavoro non ti piace oppure ti stressa trova qualcosa che ti dia soddisfazione, da coltivare nel tempo libero.

ansia da lavoro

La lamentela è controproducente. Al contrario immergersi nelle azioni minime (come per esempio la cucina, il giardinaggio o altro) alleggerisce la mente portandoci in uno stato di quiete e benessere, a patto però che rimaniamo nel presente senza pensare a ieri o a domani. Inoltre, è bene precisare che il lavoro – per quanto importante e vitale – non è il nostro unico ambito di azione. Il Dalai Lama ci ricorda in questo libro l’importanza di una vita equilibrata.

Come abbiamo bisogno di una dieta variegata, che ci dia tutti i nutrimenti essenziali, così abbiamo la necessità di una dieta variegata di attività stimolanti in ogni ambito. La curiosità muove o almeno dovrebbe muovere la nostra vita, a venti, a trenta come a settant’anni.

I piccoli momenti di piacere ci allontanano dal problema consentendoci di trovare in maniera sana ed equilibrata delle soluzioni, perché una mente vuota riesce a cogliere maggiori opportunità e a trovare quel lavoro che davvero ci soddisfa e che consideriamo una vocazione perché quando abbiamo una missione quotidiana l’insoddisfazione cronica scompare e con essa anche l’ansia.

Quindi per superare l’ansia da lavoro (ripeto se è invalidante consulta un esperto) fai queste cinque cose:

  1. Guarda la tua situazione da più angolazioni possibili in un’ottica allargata senza giudicare ciò che ti sta accadendo
  2. Non pensare al problema e considera l’ansia una tua alleata; è lì per aiutarti
  3. Non lamentarti costantemente
  4. Trova delle cose da fare nel tempo libero che ti fanno stare davvero bene
  5. Stai nel presente, concentrandoti sulle azioni minime (Es. Stai cucinando? Pensa a cucinare. Stai facendo la doccia? Pensa a fare la doccia etc etc)

Dott.ssa Maria Ianniciello, naturopata e giornalista pubblicista

 

 

 

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