Lina Sastri incanta la platea del Teatro Brancaccio di Roma con “Appunti di viaggio”, uno spettacolo emozionante e intenso. La recensione.
Echi di vicoli lontani, il sapore e l’odore della sua Napoli, il canto della madre nella cucina di casa, lei bambina. Appare lentamente, uscendo dall’ombra di un palcoscenico immenso come quello del Teatro Brancaccio, e immediatamente rapisce, ammalia, conquista il pubblico che gremisce la platea e che sta lì per lei, il mito, l’artista, la donna. Sinuosa e sensuale nel suo vestito nero, Lina Sastri sorregge con sicurezza lo spazio infinito dietro e davanti a lei. Temeva il debutto in questo teatro così grande, non c’era mai stata, ma nessuno se ne è accorto. Presenza scenica maestosa, potrebbe tranquillamente ammutolire uno stadio, altro che un teatro. Inizia il suo racconto da quei vicoli, da quel canto materno che accompagnava la sua irrequietezza (e che tornerà nel corso del recital), la sua voglia di indipendenza che la portò, giovanissima, alla ricerca della felicità, alla scoperta del mondo. Troverà entrambi sulle tavole di un palcoscenico, in teatro, e non ne scenderà più. Racconta Lina, accompagnata dalle musiche suggestive dei suoi splendidi musicisti, racconta del fato, degli incontri fortuiti, il filo conduttore della sua vita di cui sempre parla, grata. Racconta del debutto ancora diciassettenne, in quel Masaniello di Armando Pugliese. Ragazzina piena di entusiasmo, nel coro e poi, sempre grazie al caso, cantante di quell’inno alla Madonna Nera del Carmine che il Maestro De Simone le affidò, fiducioso nelle sue doti vocali. Rimase nella storia di quello spettacolo e nei ricordi di chi lo vide e fu il vero inizio del suo cammino meraviglioso nell’arte. Recita Lina, accompagnando i suoi ricordi con il canto e con la musica, gridando il dolore della moglie di Masaniello, Bernardina, davanti al cadavere del suo amato, con un coinvolgimento fuori dal comune. Sembra uscire dallo spazio e dal tempo per poi tornare, continuando a parlare degli incontri. Quelli che dirigono una vita, come quello con Patroni Griffi, che crede in lei e le affida grandi parti nel teatro classico, da Pirandello a Goldoni e poi… Poi c’è l’incontro per eccellenza, quello col grande Eduardo. Lui già anziano, lei molto giovane, rapita da come il Maestro leggeva i copioni davanti ai suoi attori, dal suo rigore, dalla sua serietà. Una battuta sola, poi due, infine una sostituzione. Sempre il caso, sempre il fato benigno. Natale in casa Cupiello prima e più tardi, quando Lui non c’era più, Filumena Marturano diretta dal figlio di Eduardo, Luca. Un ricordo affettuoso anche per la grande Pupella Maggio, bravissima e severa. Canta e racconta Lina, del suo esordio nel mondo dorato del cinema, delle luci, della favola, l’incontro coi più grandi registi, l’umanità e la dolcezza di Nanny Loi e la signorile generosità di Giancarlo Giannini, gli aneddoti dei set. Arriveranno poi i tre David di Donatello, i Nastri d’Argento, i riconoscimenti internazionali.
Sempre il fato, sempre il caso, la portano a Cinecittà, anche stavolta per una sostituzione, a cantare in una serata dedicata al ricordo della grande Anna Magnani, e lì capisce che può cantare le canzoni della sua terra, quelle canzoni che aveva sempre snobbato prima. Inizierà il suo viaggio nella musica, con la mano di Nannarella poggiata idealmente sulla sua testa, in una sorta di laica benedizione. Reginella, la colonna sonora di quell’incontro tra due anime. La musica diverrà sua compagna di viaggio e la porterà ad ideare recital rappresentati in tutto il mondo. Da Cuore Mio a Corpo Celeste, da Linapolina a questo Appunti di Viaggio. Un viaggio nell’anima questo suo spettacolo romano, che non si limita a raccontare la carriera di un’artista grandissima, ma che ci fa assaporare l’essenza del teatro, il respiro della vita. Quella vita che non è solo spettacolo, chiaramente, ma anche i ricordi di famiglia, come quello del padre in costante viaggio tra Napoli e il Sudamerica, che portò il senso del ritmo in famiglia, l’amore per il fado, il bolero. E balla Lina, vola sul palco nel suo lungo vestito nero, esprimendo tutto il suo fascino di donna libera, autentica, ondeggiando maliziosamente e incantando la platea ammirata, estasiata da tanta luce. Si, Lina Sastri è luce, non ha bisogno di scenografie per incantare, le basta la sua voce, il suo modo di recitare, le sue note drammatiche inconfondibili. Echi di vicoli lontani, tammurriate che sorvolano le acque del mare, le poesie, i ricordi, la voce stupenda nel canto e incantatrice nella prosa e nei racconti. Lei, enorme presenza e personalità, impensabile se non la si ammira dal vivo, illuminata da un faro bianco, con un semplice gesto della mano riempie tutto il palco, sostiene sulle sue spalle un pubblico completamente estasiato da tanta bellezza, lo culla tra le sue braccia. E tutti si lasciano trasportare nel suo mondo.
Assistere al suo recital non è stato solo un piacere, ma un autentico privilegio che non sarà facilmente dimenticato. Emozione intensa, magia. Lei, una Regina.
Paolo Leone
Roma, Teatro Brancaccio, 24 ottobre 2014.
Lina Sastri in: Appunti di viaggio – spettacolo in prosa e musica
Ideazione e regia di Lina Sastri
Musicisti: Filippo D’Allio, Gennaro Desiderio, Giovanni Minale, Salvatore Minale, Salvatore Piedepalumbo, Luigi Sigillo.
Produzione esecutiva: C. Petrone; Direzione tecnica: G. Caccia – Ingegnere audio: R. Assentato
Si ringrazia l’ufficio stampa del Teatro Brancaccio nella persona di Silvia Signorelli.