I rincari della benzina non accennano a placarsi. Ogni giorno un nuovo record al rialzo in tutti i distributori italiani: una situazione che sta diventando insostenibile per le famiglie e per le aziende che vivono del trasporto di merci. «Con il nuovo record del prezzo della benzina salito alla media di 1.928 euro/litro, con punte di 2,019 euro/litro in alcune regioni, i contraccolpi sui bilanci delle aziende agricole diventano insostenibili». Così Confagricoltura denuncia le enormi difficoltà che i continui e imprevedibili aumenti dei carburanti stanno provocando nelle campagne. «Il settore primario ha bisogno di oltre 2 milioni di tonnellate di gasolio all’anno – rileva Confagricoltura – non solo per le attività che necessitano di riscaldamento nei periodi invernali, come l’ortoflorovivaismo, ma anche per gli allevamenti, la piscicoltura e, più in generale per l’irrigazione e le lavorazioni meccaniche, diventate più impegnative a causa della siccità degli ultimi mesi».
L’aumento della benzina ha immediate ripercussioni sul prezzo degli alimenti e dei beni primari, un ulteriore motivo di preoccupazione per le famiglie italiane, alle prese con una crisi economica sempre più marcata. «Non dimentichiamoci poi – sottolinea l’Organizzazione agricola – che gli agricoltori sono anche consumatori e subiscono gli aumenti sia sui bilanci aziendali, sia su quelli familiari. Inoltre, questi aumenti potrebbero essere presi a giustificazione di nuovi rialzi dei prezzi al consumo, dal momento che il 90 per cento dei prodotti agroalimentari viaggia su strada».
Necessarie, quindi, delle misure a tutela delle aziende agricole e dei consimatori. «Sono indispensabili – conclude Confagricoltura – iniziative concrete per frenare questa continua escalation di prezzi, che impedisce qualsiasi programmazione e che incide pesantemente sui costi di produzione già particolarmente alti a causa del caldo e della siccità prolungata».