Non si placano le tensioni tra Pd e Pdl. Lo scontro è sul futuro politico di Silvio Berlusconi. Così, mentre il diretto interessato rilancia dal suo profilo Facebook: «Io non mollo, resto a capo del centrodestra e farò fino all’ultimo l’interesse del Paese e degli italiani», i due partiti di maggioranza continuano a rimpallarsi accuse e richiami alla responsabilità. Attacchi incrociati che minano ormai quotidianamente la stabilità del governo delle larghe intese. Sulla questione viene coinvolto direttamente il Premier, Enrico Letta, che dal Meeting di Rimini ha risposto con fermezza alle minacce di crisi: «Sarà punito chi pensa a interessi personali».
Il nodo è sempre lo stesso: l’agibilità politica di Silvio Berlusconi.
In casa Pdl, Fabrizio Cicchitto chiede al Presidente del Consiglio di intervenire per moderare certi atteggiamenti del suo partito e nel contempo ipotizza conseguenze negative per maggioranza e governo se dovesse prevalere la linea di chi ha già schierato il plotone di esecuzione. Evidente il riferimento all’ormai imminente riunione della Giunta per le immunità del Senato programmata per il prossimo 9 settembre che dovrà votare sulla decadenza da parlamentare di Silvio Berlusconi. In proposito il viceministro dell’Economia Fassina spiega: «Non vogliamo togliere di mezzo Berlusconi, sostituendo le sentenze giudiziarie al giudizio degli elettori ma le sentenze si rispettano e le leggi si applicano». E per Roberto Speranza, capogruppo del PD alla Camera, «il Popolo della Libertà deve scegliere tra gli interessi di Berlusconi e quelli del Paese».
Puntuale la replica del capogruppo del Pdl al Senato Renato Schifani: «Noi siamo perché il governo vada avanti ma lo vogliamo in una logica di pacificazione e invece notiamo che dal Pd ci sono gravi ombre su questa pacificazione. Napolitano e il Pd si devono rendere conto che il momento è delicato. Il Paese ha bisogno di tante riforme che solo un governo di larghe intese può affrontare: questo è il nostro obiettivo ma non possiamo accettare ultimatum». A Rimini l’ex presidente del Senato ha poi toccato il tema della legge elettorale spiegando che «la fretta di Letta è condivisibile se si riferisce al recepimento dei rilievi della Corte Costituzionale, altrimenti non comprendo le motivazioni di questa fretta. Comunque non ci sono margini di avvicinamento. Tra Pd e Pdl le distanze rimangono». Dal Meeting di Comunione e Liberazione arriva anche una notizia incoraggiante con le parole del ministro per lo Sviluppo Economico, Flavio Zanonato: «Probabilmente nel terzo trimestre, ma sicuramente all’inizio del 2014 avremo l’avvio della crescita. Abbiamo dati economici interessanti che ci dicono che il Paese si sta riprendendo. Ma attenzione, quando il malato non ha più la febbre non significa che sia guarito. Bisogna continuare con le terapie che possano guardare con maggiore fiducia ad un esito positivo della guarigione».
Emilio Buttaro