Bimbi e lettura: Nati per leggere, un progetto per il futuro

©Mrkvica-Fotolia.com
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I bambini sono il futuro dell’umanità. E non è retorica! Sin dalla primissima infanzia, i genitori prima, i docenti poi, hanno il dovere di stimolare l’apprendimento del bimbo attraverso una serie di azioni come la lettura. Leggere ad alta voce sin dai primi mesi di vita è una buona abitudine che va incentivata. Come sta facendo il team di Nati per leggere, un’iniziativa che si sta diffondendo su tutto il territorio nazionale. Ogni ambino ha diritto ad essere protetto non solo dalla malattia e dalla violenza ma anche dalla mancanza di adeguate occasioni di sviluppo affettivo e cognitivo. Per saperne di più abbiamo intervistato Alessandra Sila, educatrice del Centro per la Salute del Bambino, segreteria nazionale Nati per leggere.

Come nasce il progetto “Nati per leggere”?

Nati per leggere è promosso dall’alleanza tra bibliotecari e pediatri attraverso l’Associazione Culturale Pediatri – ACP, che riunisce tremila pediatri italiani con fini esclusivamente culturali, l’Associazione Italiana Biblioteche che associa oltre quattromila persone tra bibliotecari, biblioteche, centri di documentazione, servizi di informazione operanti nei diversi ambiti della professione, nonché il Centro per la Salute del Bambino – ONLUS, che ha come fini statutari attività di formazione e ricerca per l’infanzia. L’alleanza tra pediatri e bibliotecari nasce dall’esigenza della società civile di sostenere concretamente lo sviluppo dell’abitudine di leggere ai bambini dall’età prescolare. I pediatri – in particolare i pediatri di famiglia ma anche i pediatri operanti nelle ASL, nei consultori, nei reparti ospedalieri – si rendono disponibili a sensibilizzare i genitori sull’utilità della lettura ai bambini fin dalla più tenera età, nel rispetto delle diverse tappe della crescita. I bibliotecari da parte loro aiutano i genitori a formarsi un proprio repertorio di letture da condividere con i loro bambini. Promuovono la conoscenza delle proposte di lettura adatte ai bambini più piccoli, mettono a disposizione per il prestito e la lettura in biblioteca una raccolta di libri per bambini tra 0 e 6 anni, invitano le madri e i padri a usare sistematicamente tali risorse partecipando alle iniziative del  progetto. Tutti gli altri soggetti interessati sono naturalmente benvenuti.

Quali sono le sue caratteristiche e i suoi obiettivi?

Nati per Leggere opera su tutto il territorio nazionale, in 1.195 comuni italiani grazie all’aiuto volontario di circa ottomila operatori sanitari, educativi e culturali e di volontari attivi in gran parte del territorio con più di quattrocento progetti locali. NpL utilizza il prezioso contributo di pediatri di famiglia che sono una figura autorevole, ascoltata dai genitori e quello dei bibliotecari che conoscono le proposte editoriali adatte ai più piccoli. L’aspetto essenziale dell’iniziativa riguarda la precocità dell’intervento: gli operatori che hanno contatto con i genitori sono invitati a suggerire la pratica della lettura da svolgere dalla nascita come consuetudine quotidiana. La finalità principale di NpL infatti è quella di attivare la lettura in famiglia (la lettura in altri contesti pubblici come ad esempio negli ospedali, nelle biblioteche, nei consultori deve tener conto di promuovere nei genitori la consapevolezza, la voglia e la capacità di leggere in famiglia). Gli obiettivi principali di questo progetto sono dunque  contribuire a diffondere una cultura attenta ai bisogni dei bambini e delle loro famiglie, favorire lo sviluppo di biblioteche e servizi per l’infanzia in grado di supportare le famiglie attraverso spazi, professionalità e materiali adatti ai loro bambini e offrire a ogni bambino la possibilità di crescere in ambienti ricchi e stimolanti dal punto di vista sia cognitivo che relazionale attraverso l’esperienza della lettura.

Qual è il fine pedagogico?

@Nati per leggere
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Grazie al crescente interesse mostrato dalla comunità scientifica internazionale sulle potenzialità degli interventi di “early education” da realizzarsi nei primi tre anni di vita, oggi sappiamo come questi rappresentino un prezioso presupposto per lo sviluppo ottimale delle capacità intellettive ed emotive del bambino. Se osserviamo come si costituisce la rete neuronale del cervello scopriamo infatti come i primi due anni di vita siano quelli più attivi e come tutti gli stimoli permangano nel tempo e concorrano a formare una base solida per gli apprendimenti futuri. Questa è la ragione dell’attenzione ai primi anni di vita. Si lavora sulla modellazione neuro-anatomica e neurobiologica di connessioni, sulla quale poi poggiano il nostro comportamento e le competenze di domani. Leggere ai nostri bambini fin da piccolissimi ha poi delle ricadute positive anche sulla qualità della relazione che stabiliamo con loro in quanto con questa semplice attività si favorisce e si facilita la costruzione di un legame di attaccamento positivo, base fondamentale per un armonico sviluppo dell’individuo.

Qualche consiglio per i genitori?

Le domande che i genitori pongono più di frequente riguardano nella maggior parte dei casi aspetti molto “pratici” legati alla lettura: quando devo cominciare a leggere al mio bambino? Che libri scelgo? Cosa faccio se non gli piace leggere? Quanto spesso devo leggere? Etc… Ciò che si dovrebbe rispondere come prima cosa è di non perdere di vista cosa significhi realmente leggere al proprio bambino; si tratta di un momento unico e irripetibile di intimità. Quando leggiamo a un bimbo piccolo, ci ritagliamo uno spazio tutto nostro, ci regaliamo del tempo da passare assieme a stretto contatto fisico, ci “stacchiamo” da tutto ciò che ci circonda e che di solito monopolizza la nostra attenzione e le nostre azioni. E tutto questo il bambino lo sente, sente molto bene che in quel preciso istante noi adulti siamo lì con lui e per lui. Si può leggere nei momenti più vari, quando il bambino si annoia, quando si è in un luogo dove bisogna attendere, quando è malato o prima dell’addormentamento. Ciò che è importante ricordare è di leggere sempre con espressività, in modo chiaro e sfruttando il più possibile il tono della voce (forte/debole, veloce/lento, alto/basso) per creare di volta in volta attesa, suspance, stupore, meraviglia.

Quali sono i libri e le storie da preferire?

Sebbene non vi sia una rigida serie di regole da seguire nella scelta di un libro, essendo questo un comportamento governato da spontaneità, curiosità e fantasia, alcuni suggerimenti possono aiutare l’adulto nella scelta, vista soprattutto la grande varietà e quantità di libri per l’infanzia presente oggi in commercio. Un buon punto di partenza nella scelta di un libro è rappresentato dal tenere sempre in considerazione l’età del bambino. A sei mesi per esempio un bambino è generalmente in grado di afferrare un oggetto di dimensioni ridotte e di portarlo alla bocca e per questi motivi è bene che a quest’età i libri a disposizione possano essere manipolati (non troppo grandi), esplorati con mani e bocca (pagine più spesse, cartonate), semplici e chiari (immagini grandi di oggetti familiari e conosciuti). A nove mesi lo sguardo del bambino si fa più attento e può addirittura segnalare decise preferenze; inoltre intorno all’anno di età il bambino riconosce le prime immagini e questo fatto rappresenta per lui una conquista importantissima, di cui andare fiero e della quale vuole rendere partecipi gli adulti di riferimento, per esempio battendo le manine sull’immagine che lo colpisce. Successivamente tra i 12 e i 18 mesi l’oggetto libro diviene qualcosa di familiare, di conosciuto e apprezzato. Il bambino è ormai in grado di portarlo con sé, prova a girare le pagine autonomamente e spesso lo porge all’adulto proprio per richiederne la lettura. A quest’età si possono scegliere libri illustrati da figure dove gli eventi siano facilmente deducibili dalla sequenza delle figure stesse con immagini chiare e grandi e dove la parte propriamente scritta sia ridotta a testi piuttosto brevi. Dai 24 mesi in poi l’adulto attento è in grado di scorgere un’infinità di conquiste del bambino rispetto all’oggetto libro: il bambino saprà girare da solo e correttamente le pagine una a una, sarà in grado di ripetere via via sempre più parole, aumenteranno progressivamente i tempi d’attenzione e sempre più spesso verrà richiesta la rilettura di uno stesso libro. A questo punto, seguendo la crescita del bambino, le sue esperienze e le sue conquiste, si potranno scegliere storie sempre più articolate che facciano riferimento a episodi di vita reale o alle avventure di uno stesso personaggio e dove i testi scritti siano più ricchi.

Per info: https://www.facebook.com/natiperleggere

 

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