Una dura condanna per tre blogger vietnamiti accusati di propaganda contro lo Stato e puniti con pene detentive tra i 4 e i 12 anni. I blogger, giudicati colpevoli dopo un processo rapido e sommario, sono stati incriminati per aver messo in rete, sul loro blog Free Journalists’ Club (Club dei Giornalisti Liberi), diversi articoli politici che criticavano il governo e lo accusavano, in alcuni casi, di corruzione e negazione dei diritti umani. La condanna più pesante, 12 anni, al più noto dei tre, Nguyen Van Hai, già condannato nel settembre 2008 a due anni e mezzo per frode fiscale. Ta Phong Tan, ex agente di polizia la cui madre si era uccisa a luglio dandosi fuoco, è stato condannato a 10 anni e Phan Thanh Hai a quattro anni.
Il giudice Nguyen Phi Long ha detto che gli accusati hanno «abusato della loro popolarità su internet per postare articoli che criticano il partito, distruggono la fiducia dei cittadini nello Stato. Il loro crimine è particolarmente grave con una chiara intenzione contro lo Stato. Devono essere severamente puniti».
Nguyen Van Hai si è difeso dicendo di non essere mai stato contro lo Stato. «Sono solo frustrato per l’ingiustizia, la corruzione, la dittatura che non rappresentano lo Stato, ma solo alcuni individui. I cittadini hanno il diritto alla libertà di espressione», ha dichiarato prima che il sonoro del processo venisse interrotto.
Il blog era già stato bandito perché giudicato sovversivo dal regime comunista che governa in Vietnam. Ad attaccare violentemente i tre blogger, ordinando alla polizia di investigare e di prendere le necessarie azioni contro di loro, era stato proprio il primo ministro Nguyen Tan Dung, che all’inizio di questo mese aveva diffuso una nota, nella quale si legge: «Si tratta di un complotto malvagio delle forze ostili. Hanno calunniato la leadership del Paese, fabbricato e distorto le informazioni, agitato i cittadini contro il partito e lo Stato, causando sospetti e diffidenze nella società».
A maggio, Obama aveva dichiarato: «Non dobbiamo dimenticare i giornalisti come il blogger Dieu Cay, il cui arresto 2008 ha coinciso con un giro di vite di massa sul sulla stampa e l’informazione in Vietnam». Gruppi per i diritti civili tra cui Human Rights Watch e Amnesty International hanno invitato il governo a lasciar cadere le accuse e rilasciare i tre blogger immediatamente.
Piera Vincenti