BOLOGNA – Dal nostro corrispondente Emilio Buttaro
E` il giorno del ricordo. Sono trascorsi ben 33 anni da quella strage e alle 10.25, l’ora in cui esplose la bomba, cala il silenzio davanti alla Stazione di Bologna per ricordare gli 85 morti e i 200 feriti.
Stavolta niente fischi, tranne qualche piccolo accenno di contestazione al Sindaco di Bologna Virginio Merola.
A conquistare la Piazza ci pensa il presidente della Camera, Laura Boldrini, che ricorda di essere presente anche lei nella città delle Due Torri quel giorno, da studentessa fuorisede alla ricerca di una casa. «E` uno degli eventi della mia giovinezza – afferma – che più mi ha condizionata». Per lei anche uno striscione con scritto “2 agosto, Bologna non dimentica, benvenuta Presidente” e applausi scroscianti quando nel suo appassionato discorso viene fuori la ricerca della verità. «Tra le tante ragioni che hanno portato alla delegittimazione delle Istituzioni credo che ci sia anche l’incapacità di dirci tutto senza veli, di restituire una giustizia completa, e allora come si fa ad innamorarsi delle Istituzioni? Come? Bisogna pretendere chiarezza completa, giustizia e trasparenza».
Il ministro per gli Affari Regionali Del Rio, intervenuto nella cerimonia in Comune con i parenti delle vittime della strage spiega: «Contiamo di inserire nel prossimo Decreto Sicurezza un provvedimento che dia piena attuazione alla Legge 206 sui risarcimenti. Resta aperta, grande come una montagna, la domanda sui mandanti, è la domanda più oscura, ma non per questo si deve rinunciare. Non dobbiamo avere paura della verità – aggiunge – perché la verità ci rende liberi. La strada della verità va sempre percorsa fino in fondo».
E per Paolo Bolognesi, presidente dell’Associazione vittime della strage del 2 agosto 1980 «il reato di depistaggio diventi legge al più presto per evitare tragedie come quelle degli anni di piombo con troppe verità nascoste e deviate. Tra i 400 nomi che avevamo suggerito alla Procura di interrogare vi era quello di Amos Spiazzi morto nel novembre dello scorso anno, senza che nessuno lo avesse interrogato E’ scomparso anche il senatore a vita Giulio Andreotti e nessun magistrato di Bologna ha trovato il tempo di interrogarlo».
Al corteo si è unito anche il segretario del Pd, Guglielmo Epifani, il quale ha dichiarato l’impegno del partito «affinchè l’operato del governo sui risarcimenti vada in porto: 33 anni sono tanti per ottenere la verità come avvenuto per altre stragi».
«Ricordare è indispensabile affinché si continui a lottare contro l’oblio e contro il terrorismo e affinché si prosegua nella ricerca instancabile della verità storica e processuale». E` uno dei passaggi del testo inviato dal presidente del Senato Pietro Grasso.
Ai familiari delle vittime arriva il messaggio del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano: «Il meditato ricordo di quegli anni che hanno insanguinato il Paese non solo costituisce un doveroso e commosso omaggio alle vittime, ma è volto a diffondere e condividere con le giovani generazioni consapevolezza storica, sensibilità civica, convinta mobilitazione».
Il fatto – Il 2 agosto del 1980 alla stazione ferroviaria di Bologna esplose una bomba che uccise 85 persone e ne ferì 200. Secondo la Magistratura, gli esecutori materiale furono alcuni militanti di estrema destra, ma molti furono i depistaggi e non mancò la cattiva informazione che rese difficili le indagini tanto che ancora oggi molti aneddoti sono oscuri.