A Bologna Pier Ferdinando Casini è di casa. E quando arriva con una sciarpa rossoblu al collo tra sorrisi e pacche sulle spalle, c’è anche chi gli chiede se è contento delle ultime prestazioni della squadra di calcio felsinea di cui è tifoso doc. Non è al massimo della forma il leader dell’Udc, «sono un po’ influenzato», dice entrando nell’hotel di lusso alle porte della città che ospita il convegno dal titolo: “Equità, Solidarietà, Rigore. Le basi della nostra politica”. Gli argomenti sono quelli di estrema attualità a partire dall’apertura di Pier Luigi Bersani verso l’area centrista.
A quel punto l’ex Presidente della Camera spiega con vigore: «Siamo disponibili a governi che abbiano l’impronta del riformismo. Certamente non li costruiremo sulla base di ideologie della serie ‘No Tav’, ‘No liberalizzazioni’, ‘No alla riforma dell’art. 18’. Su questi cartelli di ‘No’, è impossibile costruire qualsiasi tipo di governo riformista. Il punto – osserva Casini – non è chiedere a Monti quello che siamo disponibili a fare noi. Il professore non ha cambiato strada, l’hanno cambiata coloro che sono tornati alle vecchie alleanze del passato. Noi siamo la forza politica che ha sostenuto sempre Mario Monti nella buona e nella cattiva sorte».
L’attenzione si sofferma proprio sul suo rapporto con l’attuale premier che negli ultimi giorni è sembrato più freddo. «Non capisco chi mette in giro queste chiacchiere. Tra me e Monti c’è una totale sintonia, ci sentiamo tutti i giorni». E sull’argomento non molla anzi rilancia: «Sono contento di essere a fianco di Monti e della società civile e se qualcuno ha dei conflitti, non siamo certo noi due. So bene che avere quel simbolo di fianco al nostro rende tutto più difficile ma stiamo facendo un lavoro utile perché così mettiamo insieme la politica buona e la società civile».
Poi ci tiene a ricordare che «senza l’Udc non ci sarebbe stato Monti. Questa nuova area è la realizzazione del nostro sogno politico, un progetto per noi importantissimo. Prima soffrivo di solitudine, una condizione che in politica non è per niente ideale e adesso son ben lieto che questa solitudine sia venuta meno».
Sull’ipotesi avanzata da Berlusconi di un eventuale condono tombale attacca senza mezzi termini: «Parlarne oggi è pura irresponsabilità. Chi dice all’evasore: ‘stai tranquillo perché ci sarà un condono’, vuol dire che ha gettato la spugna e pensa solamente a prendere qualche voto in più per la campagna elettorale».
Prima di lasciare Bologna c’è spazio per la presentazione dei candidati Udc e per qualche dichiarazione programmatica: «Noi siamo per la difesa dei più deboli», poi via alla volta degli studi Rai dove ad attenderlo c’è Bruno Vespa e il suo ‘Porta a porta’.
Emilio Buttaro