«Denunciamo da anni gli effetti di una cementificazione selvaggia del territorio, una pressione che sta ridimensionando gli spazi agricoli del nostro Paese, ma vogliamo anche ricordare, con forza, che oltre il 4 per cento della SAU (superficie agricola utilizzata) è a riposo e che, unendola alla superficie attualmente non utilizzata, si potrebbe rimettere in coltura un’estensione pari ad oltre il 9 per cento della SAU: ovvero 1,2 milioni di ettari oggi improduttivi». Questo il commento di Confagricoltura sul tema “Costruire il futuro: difendere l’agricoltura dalla cementificazione”, svolto stamattina alla Biblioteca della Camera dei Deputati, nel corso di un dibattito durante il quale il ministro Catania ha illustrato un Disegno di legge per la valorizzazione delle aree agricole e il contenimento di consumo del suolo.
Confagricoltura ha svolto un’analisi sulla base dei dati del Censimento 2010, mettendoli a confronto con quelli dei trent’anni precedenti, da cui emerge chiaramente che se da un lato c’è stato un drastico calo della superficie agricola, dall’altro sono aumentati quelli che Istat definisce i “terreni a riposo” e che vengono lasciati incolti. I “terreni a riposo” nel 2010 assommavano a quasi 550 mila ettari e sono aumentati di circa il 50 per cento dal 1982. «Si tratta di superfici che possono tornare rapidamente in produzione – sottolinea Confagricoltura – e che rappresentano un potenziale immediatamente disponibile per rafforzare la nostra agricoltura e creare nuove opportunità per i giovani imprenditori».
«E’ assolutamente apprezzabile il tentativo di mettere al centro dell’attenzione del Paese l’agricoltura produttiva e i terreni che possono essere ad essa recuperati, seppur consideriamo meno condivisibili i limiti sulla destinazione nel tempo dei terreni agricoli», aggiunge il presidente di Confagricoltura, Mario Guidi. E conclude: «Come imprenditori ci aspettiamo ora altrettanta attenzione, con una politica che dia spazio alla crescita e ci consenta di rimanere nel circuito della competitività internazionale. Vorremmo vedere finalmente inaugurata la stagione delle misure concepite per fare, non per impedire».