Con la trasformazione dello scenario geopolitico avvenuto all’inizio degli anni Novanta, da Paese di emigranti l’Italia è diventata una nazione di immigrazione. Tuttavia non tutti gli immigrati hanno le stesse motivazioni per l’abbandono del loro paese d’origine. Tenendo conto della legislazione italiana sull’immigrazione e del recente reato di clandestinità nel più ampio contesto internazionale, Marina Calloni, Stefano Marras e Giorgia Serughetti in “Chiedo asilo. Essere rifugiato in Italia” (UBE – Università Bocconi Editore, 2012, 224 pagg., 20 euro), presentano in modo semplice e conciso le questioni salienti che caratterizzano oggi la condizione del richiedente asilo in Italia e più in generale lo status del rifugiato politico nell’età globale. Da una parte chi è spinto da ragioni economiche o familiari, dall’altra chi invece è costretto ad andarsene a causa di persecuzioni politiche: due tipologie di immigrati che ricadono però sotto legislazioni diverse. Mentre il primo deve attenersi alle leggi vigenti nello Stato d’accoglienza, il secondo – dietro richiesta d’asilo – può invece appellarsi a convenzioni internazionali. Negli ultimi anni, tuttavia, con i respingimenti indiscriminati alle frontiere marittime non si è fatta alcuna distinzione – nei cosiddetti «flussi misti» – fra migranti economici e migranti forzati. L’Italia è stata per questo condannata dal Consiglio d’Europa.
Marina Calloni è professore ordinario in Filosofia politica e sociale presso l’Università di Milano–Bicocca e membro del Comitato Interministeriale dei Diritti Umani (CIDU), Ministero degli Affari Esteri. Ha fatto parte dell’Agenzia per i Diritti Fondamentali dell’Unione Europea (FRA) a Vienna.
Stefano Marras è assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università di Milano–Bicocca, dove ha conseguito il dottorato in Studi Europei Urbani e Locali con una tesi su richiedenti asilo e rifugiati a Milano.
Giorgia Serughetti è assistente di ricerca presso il Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università di Milano–Bicocca e ricercatrice presso l’Associazione Parsec di Roma su fenomeni connessi a migrazioni, asilo, tratta e prostituzione. Ha ottenuto un dottorato in Studi Culturali, Rappresentazioni e Performance presso l’Università di Palermo.