Conspiracy – La Cospirazione non è un bel film. Non lo è nonostante il cast. Non lo è nonostante il finale imprevedibile, perché questa pellicola è un enorme calderone di generi che non crea alcuna emozione, almeno non viscerale, non sentita. Lo so; l’attacco di questa recensione non è dei migliori, invita a non andare al cinema, a non vedere questo film; non è propriamente così. Demolire un’opera non è nelle mie corde, dietro ogni prodotto c’è un lavoro, un’analisi, sicuramente capillare anche in questo caso, eppure tutto ciò guardando Conspiracy – La Cospirazione non mi è arrivato. Ho visto una serie di grandi attori barcamenarsi in un prodotto stantio, inconsistente, una pellicola d’inizio estate che delude tutte le attese. I personaggi sono solo abbozzati e nessuno riesce ad andare oltre la patina che gli è stata cucita addosso. Prendiamo per esempio Charlotte Cahill, interpretata dalla bella Alice Eve. Quali sono le ragioni di questa moglie dalla faccia dolce e dallo sguardo infelice, a volte addirittura ambiguo tanto da ricordare vagamente Amy de L’amore bugiardo (2014)? Non le conosceremo mai, almeno non nel profondo. Charles Abrams (Al Pacino) è un avvocato di successo, che gestisce uno studio legale, ma quali sono i motivi reali che lo spingono ad agire? Ovviamente il grande attore riesce a conferire a questo personaggio charme e, quando la macchina da presa, si ferma sulle sue parole e suoi gesti il lungometraggio riconquista appeal, tuttavia il merito, ovviamente, è solo di Al Pacino, che ci riporta con la mente ai tempi de “L’avvocato del diavolo”.
Josh Duhamel è disorientato, non in parte, poco credibile; lo è proprio come il suo personaggio, Ben Cahill, un giovane avvocato che deve smascherare, Arthur Denning (Anthony Hopkins), magnate di una casa farmaceutica, salvo poi rendersi conto che il sistema è corrotto fino all’inverosimile. Ma dov’è la cospirazione? Una vecchia fiamma di Ben, che ha il volto di Malin Akerman, ci mette lo zampino ma anche in questo caso l’intreccio si mostra inutile, senza un fine logico, perché forse ideato solo per impressionare chi guarda.
Conspiracy – La Cospirazione, che nel complesso imita altri film molto più convincenti, strizza inutilmente l’occhio al dramma sentimentale. All’inizio, nelle prime sequenze, il regista Shintaro Shimosawa, sembra guardare a pellicole come Rivelazioni (1994) ma poi se ne discosta del tutto, andando verso il thriller di stampo finanziario fatto di giochi oscuri dove il potere è nelle mani di pochi eletti che tirano le redini di una società ritratta in se stessa e ignara di tutto. La trovata del killer assoldato per uccidere Duhamel è priva di senso, perché non innesca alcuna tensione nello spettatore troppo disorientato (e annoiato) da un’opera strutturata male. Peccato, considerando il cast! Di seguito il trailer.