CROLLA IL MERCATO IMMOBILIARE, MUTUI A PICCO

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Nel secondo trimestre 2012 i mutui, i finanziamenti e le altre obbligazioni con costituzione di ipoteca immobiliare registrano una caduta annua del 41,2 per cento. È quanto dai dati sulla statistica notarile diffusi questa mattina dall’Istat. Il mercato del mattone subisce un nuovo pensante crollo: rispetto al secondo trimestre 2011, le compravendite di immobili ad uso residenziale diminuiscono del 23,6 e quelle di immobili ad uso economico del 24,8 per cento.

Nel secondo trimestre del 2012 si registrano le variazioni tendenziali più sfavorevoli dal 2008. Nonostante il temporaneo recupero delle convenzioni di compravendite registrato nel terzo trimestre del 2011, in particolare per gli immobili ad uso economico, il trend è sempre caratterizzato dal segno negativo. Per entrambe le tipologie di utilizzo l’Istat registra una diminuzione delle variazioni tendenziali in tutte le ripartizioni territoriali, in particolare nelle Isole (-30,3 per cento per le compravendite ad uso residenziale e -38,4 per cento per quelle ad uso economico).

Guardando al mercato delle case, il tonfo più profondo è avvenuto nei centri minori (-25,1 per cento), mentre i grandi centri sono riusciti a frenare, seppure leggermente, il crollo (-21,8 per cento). Anche per le compravendite ad uso economico il calo tendenziale è più marcato negli archivi aventi sede nelle altre città (-27,0 per cento) rispetto a quello che si osserva negli archivi con sede nei grandi centri (-21,0 per cento).

Capitolo mutui: nel secondo trimestre 2012, sono 69.830 i mutui, i finanziamenti e le altre obbligazioni verso banche e soggetti diversi dalla banche, garantiti da concessione di ipoteca immobiliare. Rispetto al secondo trimestre 2011 sperimentano una flessione tendenziale del 41,2 per cento. Anche stavolta sono le Isole (-58,3 per cento) a registrare il calo tendenziale maggiore per i mutui, i finanziamenti e le altre obbligazioni con costituzione di ipoteca immobiliare, mentre nel Centro (-36,0 per cento) il calo tendenziale è inferiore alla media nazionale (-41,2 per cento). Diminuzione più contenuta nelle Città Metropolitane (-39,1 per cento) e maggiore nei Centri Minori (-42,7 per cento).

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