Guarire con i colori: la cromoterapia, ecco cos’è

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Le origini della cromoterapia si perdono nella notte dei tempi. Annoverato tra le discipline olistiche, secondo gli esperti del settore, quest’antico metodo è molto di più di una semplice terapia alternativa. In realtà i colori cambiano gli stati d’animo, rendendoci calmi o anche creativi e agendo sul corpo oltre che sulla mente. Angela Coppola (nella foto in basso a destra, ndr) – consulente per lo sviluppo personale, kinesiologa, cromoterapeuta ed esperta in floriterapia – ci spiega che cos’è questa tecnica, come può essere applicata e quali sono i benefici per la salute. «La cromoterapia è la cura con il colore – ci dice la dottoressa Coppola -. Sappiamo che lo spettro visivo si divide in tanti fasci di luce che, in base alla loro lunghezza d’onda, assumono un colore. I colori fondamentali sono il rosso, il blu e il giallo, mentre i secondari sono quelli che si combinano. Per esempio, combinando il rosso con il blu si ottiene il viola; il rosso con il giallo dà l’arancione; il blu e il giallo creano il verde». In realtà, dichiara la cromoterapeuta, «questa disciplina utilizza l’energia della luce per curare corpo e mente». Angela Coppola sostiene che «quando inondiamo una zona del corpo con un colore, diamo l’intervallo di energia che serve per riattivare quei meccanismi metabolici e biochimici che riportano quella parte dell’organismo in equilibrio».

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L’operatore deve «essere bravo a capire qual è il problema e a scegliere il colore giusto». La cromoterapia, che agisce a livello organico, endocrino, psichico ed emotivo, precisa la cromoterapeuta, «è utilizzata su tutte le problematiche, come le infiammazioni dei muscoli e dell’apparato respiratorio». Ma quando è nata? «Da sempre», dice Angela Coppola. «Gli antichi sacerdoti curavano con i colori – afferma l’esperta -. Questa tecnica è nata con la luce. Mi spiego meglio. Nel momento in cui un bambino comincia a vedere i colori, si mettono da subito in atto i principi della cromoterapia, perché noi assorbiamo, attraverso gli occhi, inconsapevolmente, l’energia dei colori. E` chiaro che, quando si usano i colori a scopo terapeutico, gli interventi sono mirati». La dottoressa Coppola ci illustra, brevemente, anche come si svolge una seduta di cromoterapia, la cui durata dipende dalla problematica: «C’è un lettino e c’è una lampada specifica con le sette tonalità dell’arcobaleno. In base al sintomo, si scelgono i colori da emanare su una zona precisa». Insomma, un mondo senza sfumature sarebbe privo di quell’energia vitale che ci dona serenità psico-fisica. Il film “The Giver. Il mondo di Jonas” è emblematico in tal senso. La trama della pellicola ruota, infatti, intorno alle vicende di una comunità futuristica, i cui membri vedono solo il bianco e il nero. L’arte, senza i colori, sarebbe come una nave senza un porto. Basti pensare che, per Matisse, il colore era una liberazione forse molto di più del disegno.

Maria Ianniciello

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