Forse Napolitano ha cominciato a pensarci un anno fa, quando a L’Aquila partecipava al concerto diretto dal maestro Claudio Abbado in un Auditorium ideato da Renzo Piano. Due autentici mostri sacri a livello internazionale che il capo dello Stato ha voluto scegliere come senatori a vita insieme al Nobel Carlo Rubbia e alla ricercatrice Elena Cattaneo. «Daranno un contributo peculiare alla vita democratica – ha sottolienato Napolitano – in assoluta indipendenza da ogni condizionamento politico». Curricula, doti eccezionali, prestigio mondiale, proprio come chiede l’art. 59 della Costituzione, secondo cui «il Presidente della Repubblica può nominare cinque senatori a vita per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario».
Dunque, l’ormai esigua pattuglia di senatori a vita che siede a Palazzo Madama rimasta con due soli rappresentanti (Carlo Azeglio Ciampi e Mario Monti), adesso risulta evidentemente rafforzata da quattro figure di spessore in particolar modo della scienza e della cultura.
Claudio Abbado. Milanese, 80 anni compiuti lo scorso 23 marzo, direttore delle più grandi orchestre d’istituzioni musicali del mondo. A soli 35 anni alla Scala, vanta un curriculum impressionante di successi, tra cui “Un flauto magico”, finito tra i primi cento cd venduti al mondo, cosa mai capitata a un disco di musica classica. Promotore della divulgazione musicale fra i giovani, dal 2004 dirige l’Orchestra Mozart di Bologna, città dove vive da tempo ed alla quale è molto legato.
Elena Cattaneo. Milanese anche lei, compirà 51 anni il prossimo 22 ottobre, è il più giovane senatore a vita della storia. In Italia se si parla di staminali non si può fare il suo nome. Laureata in farmacia, madre di due figlie, è’ stata ricercatrice al MIT di Boston dove ha avviato i suoi studi sul cervello. All’Università di Milano ha fondato il laboratorio di biologia delle malattie neurodegenerative.Da ragazza è stata anche una professionista del volley, 15 anni con la Palazzolo Jolly.
Renzo Piano. Genovese, 76 anni tra pochi giorni (il 14 settemnbre), è l’architetto che il mondo ci invidia. Laurea al Politecnico di Milano, studio a Parigi e progetti sparsi in tutti i continenti. Tra le sue opere il Lingotto a Torino, l’aeroporto Kensai di Osaka, l’Auditorium Parco della Musica a Roma, la chiesa di Padre Pio a San Giovanni Rotondo, lo stadio di Bari a forma di margherita, la nuova Morgan Library di New York e da ultimo The Shard di Londra, il più grande grattacielo d’Europa.
Carlo Rubbia. Goriziano, ottant’anni il prossimo marzo, è uno dei più grandi scenziati al mondo. Premio Nobel per la fisica nel 1984, grazie alla scoperta delle particelle w e z (insieme a Simon van der Meer). Laureatosi alla Normale di Pisa, è stato ricercatore al CERN di Ginevra che ha poi diretto dal 1989 al 1993.Per 18 anni professore alla Harvard University, attualmente ricercatore al CERN ed al Laboratorio Nazionale del Gran Sasso. E’ un convinto sostenitore che le energie rinnovabili non possono da sole sopperire al fabbisogno dell’umanità.
Emilio Buttaro