«Capisco che questo incontro è una via di mezzo tra una presentazione e l’apertura di una campagna elettorale». Così Massimo D’Alema dal palco di una gremitissima libreria Ambasciatori nel cuore di Bologna. C’è da presentare un interessante pubblicazione scritta a quattro mani dall’ex Premier e dal giornalista Peppino Caldarola ma l’attenzione per ovvi motivi si sposta più sul periodo che precede le elezioni. Così mette subito in chiaro le cose sulla sua mancata candidatura: «Nessun ripensamento e credetemi non sono affatto pentito, anzi sto benissimo. E’ un periodo di grande serenità che mi consente di lavorare e andare in giro per tutta l’Italia, altrimenti avrei dovuto stare soltanto nel mio collegio elettorale».
Chiarita la sua posizione, resta da capire che tipo di rapporto ci potrà essere tra il Pd e Monti dopo il voto. «Per il momento è importante vincere le elezioni, dopo di ciò tutto sarà più semplice». A tal proposito non manca un certo tipo di apertura «la riforma Fornero aveva anche delle cose positive» ma anche qualche stoccata quando etichetta come un problema l’ipotesi di Luca Cordero di Montezemolo quale titolare del Ministero dei Trasporti «essendo il competitore più grande delle Ferrovie dello Stato» o quando definisce «chiacchiere senza capo né coda» le promesse di alleggerimento della pressione fiscale .
E nel dare per scontata «la fine dell’anarco-capitalismo di Berlusconi», sulla vicenda Ingroia con particolare riferimento al mancato accordo al Senato in Lombardia osserva: «Mi sembra una di quelle manifestazioni di settarismo che tante volte hanno fatto male alla sinistra».
Si parla anche come è giusto che sia, della sua ultima fatica letteraria intitolata «Controcorrente. Intervista sulla sinistra al tempo dell’antipolitica», pubblicata da Laterza che, come sottolinea ancora lo stesso D’Alema «arriva alla vigilia di un voto che certamente segnerà la storia del Paese, chiudendo tutta una fase della vita nazionale». Nel libro, presentato nei giorni scorsi anche al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, la cronaca di tre decenni di vita politica: dall’addio al Pci alla nascita di un centrosinistra di governo, dal berlusconismo ai giorni di Beppe Grillo fino all’esperienza tecnica legata a Mario Monti. E al termine c’è il rischio di rimanere appesi a un dubbio: la sinistra oggi è al suo anno zero?Se qualche interrogativo non manca per D’Alema c’è anche un punto fermo dal quale ripartire «Ci sentiamo tranquilli di offrire al Paese una prospettiva di rinnovamento – spiega ancora a Bologna – ma anche di serietà di una grande forza nazionale. Ci sentiamo competitivi».
Emilio Buttaro