A volte le notti d’estate regalano appuntamenti imperdibili, dal fascino indimenticabile. E come per i teatri, sono spesso i circuiti “off” i più interessanti ed entusiasmanti, quelli che ti fanno essere contento e fiero di esserci stato. Apparizioni improvvise, notizie che si diffondono con un tam tam di adepti, amici e curiosi. Millie Mc Lane (in arte Mississippi Millie), una delle regine del Blues, anzi del Delta Blues, quello originario, quello duro, che proviene appunto dal delta del Mississippi, sta portando in giro per l’Europa il suo show, e qui in Italia ha sostato in due tappe. La prima a Roma, il 26 agosto, al Fonclea, locale posto sulla riva del Tevere nell’ambito dell’Estate romana, e l’altra il 27, in un locale delizioso che si trova a Castelgandolfo, non lontano dalla capitale, e noto agli appassionati come catalizzatore di energie artistiche di ogni tipo: il REC. Millie nacque 73 anni fa sul delta del Mississippi, tra le sonorità blues. Subito ispirata interprete, da piccolina entrava di nascosto nei locali dove suonavano i grandi e fu presto conosciuta come “la bambina con la voce grossa”. Ora sta portando il suo show in Europa e inoltre conduce, a Nashville, diversi laboratori didattici sul Delta Blues e la sua storia. Con la sua bizzarra cravatta di metallo, con cui incessantemente detta il ritmo, sprigiona energia e calore, facendo innamorare il pubblico ancora oggi, a prima vista. Nel suo spettacolo vengono eseguiti brani di leggende del blues come Elmore James, Muddy Waters e altri. Inoltre Millie propone parte del suo repertorio di canzoni originali. Noi di Cultura & Culture abbiamo avuto il piacere di incontrare Millie e di apprezzare la sua incredibile, umile disponibilità, prima del suo concerto a Castelgandolfo, e di scambiare due chiacchiere con lei. Nelle due serate romane è stata accompagnata sul palco da due artisti italiani straordinari: Marco Bartoccioni, virtuoso della chitarra (di ogni foggia e sonorità) e Toto Giornelli al basso. Con lei, dall’America, il fido batterista Robert Bond. Con la sua voce calda (straordinario anche riascoltare la breve intervista al registratore), ci accoglie con simpatia su un divanetto, subito dopo il sound check.
Millie, benvenuta in Italia! E’ la prima volta che viene qui?
Non è la prima volta che vengo in Italia, ma è la prima volta che incontro persone in ambito musicale, con le quali suonare insieme, questa è stata una novità per me. La gente qui in Italia è fantastica, ha un grande calore. Anche per quanto riguarda la lingua… magari non ci si capisce, ma con voi si riesce comunque a comunicare, c’è sempre un incontro, fantastico! Per le persone che ho conosciuto in ambito musicale sono molto, ma molto contenta, soprattutto per questo progetto che abbiamo sviluppato in queste due tappe con Marco, Toto e Francesco (Santalucia – tastierista “siderale” – ndr), ragazzi che mi hanno sorpreso sia per la voglia di imparare canzoni lontane dalla propria cultura, ma soprattutto per la loro capacità di suonarle, di interpretarle con un’anima Blues. E’ come, per noi americani, avvicinarsi all’opera lirica, culturalmente vostra… sono due mondi che riescono a fondersi, a capirsi. Questo mi rende molto soddisfatta!
Il nostro magazine non è specializzato in musica. Ci occupiamo un po’ di tutto, dal teatro al cinema, anche alla musica certamente, all’arte e alla cultura in genere. Vuole spiegare ai nostri lettori la differenza, nelle sonorità, tra il Blues e il Delta Blues di cui Lei è una grande rappresentante?
Oh…. il Delta Blues è il Blues! Sono due “movimenti” diversi. Il Delta Blues viene suonato in maniera prettamente acustica mentre il Blues più moderno vede l’utilizzo di più strumenti elettrici. Quando il D. Blues, nato sul Mississippi, si è mosso verso Chicago a nord, verso una mentalità più moderna, lentamente si è trasformato ed è passato dalle sonorità acustiche a quelle elettriche. Diventa un Blues più potente, con una forza maggiore. L’impatto sonoro è differente. Il Delta è la radice, l’essenziale. Si suonava per necessità. Nei campi di cotone i neri cantavano i propri lamenti con gli strumenti che potevano reperire. Ed erano strumenti acustici. Questo è il Delta Blues. Poi con le contaminazioni, le fusioni col Blues elettrico, si arriva anche al rock’n’ roll.
Posso chiederLe che idea si è fatta dei recenti scontri in America, nel Missouri, a seguito dell’uccisione del giovane Michael Brown? Si è arrivati addirittura alla decretazione del coprifuoco per tre giorni. Nel DNA del Blues c’è la condizione di schiavitù degli afroamericani, nel passato. Come mai ancora oggi tutte queste tensioni sociali?
Oh… partiamo dal presupposto che quello che è successo è terribile! Ancora oggi vediamo queste cose negli USA, ma un po’ dappertutto. Il pregiudizio verso le persone di colore, ma direi il pregiudizio globale, non solo tra bianchi e neri, rimane ancora oggi. I pregiudizi resistono dappertutto, in varie forme! Ne dobbiamo prendere atto, purtroppo. Ci sono state guerre mondiali, cerchiamo sempre di andare avanti, di migliorare, ma la situazione è questa.
Millie, le prossime tappe del tour?
Domani (il 28 agosto) partiamo e andiamo a Lugano dove in tre giorni faremo quattro concerti! Poi torneremo (con Robert Bond – ndr) in America e raccoglieremo tutto il materiale prodotto, anche in queste due serate in Italia, dove abbiamo registrato in studio un brano inedito con Marco Bartoccioni, Toto Giornelli, Francesco Santalucia e Robert Bond. Un’interessante fusione tra il Delta Blues più rurale (il mio) e un Blues più moderno di questi bravissimi musicisti italiani. Abbiamo realizzato questo singolo e un video che presto sarà lanciato, probabilmente in una compilation e su youtube. Inoltre realizzeremo un filmato di circa otto minuti, un making-of di questa esperienza, su questa “fusion” tra musicisti europei e americani. Quindi, nel prossimo futuro c’è il lancio di questo singolo e, perché no, un proseguimento di questi incontri per farne un album! Questo è un po’ la realizzazione della filosofia di vita di Charley Patton, il padre del D. Blues: cercare sempre di migliorare unendo diverse esperienze, come è stato in questi giorni in Italia e come sarà nei prossimi giorni a Lugano. Questa era la sua mentalità… io venendo a Roma e incontrando giovani musicisti italiani, riporto nel mio Paese questa esperienza per migliorare e realizzo l’eredità spirituale di Patton.
Come suonano questi ragazzi italiani, Millie?
Oh….wonderful! Li amo!
Ci abbracciamo affettuosamente con Millie, ci saluta inchinandosi (lei!) e sale sul palco…la magia ha inizio! Un concerto straordinario, che riesce a coinvolgere il pubblico che non sa più dove mettersi nel locale stracolmo e deborda sulla strada, accompagnando la musica col battito delle mani. 73 anni e non sentirli, col passare dei minuti la sua voce acquista in brillantezza e per quasi due ore incanta i presenti e gli stessi musicisti che l’accompagnano. Il suo calore travolge e non cala un istante, nemmeno alla fine, quando non si nega a nessuno per una fotografia a ricordo di un evento eccezionale.
A volte, le notti d’agosto, regalano emozioni indimenticabili, inaspettate.
Potete ascoltarla qui (video a cura di Fabio Bartoccioni)
Paolo Leone