Elezioni Politiche 2018, i dati dei partiti e delle coalizioni: M5S primo partito italiano
Elezioni Politiche 2018. All’alba del 5 marzo 2018 l’Italia è divisa in due e questo è un dato di fatto. Ma vediamo le percentuali. Alla Camera nel totale il M5S ha totalizzato (i risultati sono ancora parziali) il 31,9 per cento; il PD si ferma al 19 per cento, la Lega al 18%, Forza Italia al 13,9%, Fratelli d’Italia al 4,3%, Liberi e Uguali al 3,3%. Gli altri partiti candidati non raggiungono il 3%. Al Senato il M5S ha ottenuto il 31,6%, il PD il 19,4%, la Lega il 18,1%, Forza Italia il 14,4%, Fratelli d’Italia il 4,3%, Liberi e Uguali il 3,2 per cento, gli altri partiti non raggiungono il 3 per cento. Per quanto riguarda le coalizioni al Senato il Centro-Destra ha il 37,9 per cento; mentre il centro-sinistra il 23,3%. Alla Camera il centro-destra ha ottenuto il 37,4; il centro-sinistra il 23,1. Per quanto riguarda l’affluenza, alla Camera dei deputati hanno votato il 72,90% degli elettori, al Senato il 73,02 per cento, per le regionali il 70,59% (Fonte Viminale, dati aggiornati a lunedì 5 marzo 2018, ore 9.57). Le percentuali non sono definitive. Dati in aggiornamento.
Elezioni politiche 2018, e adesso cosa accadrà? L’analisi a caldo
L’Italia non ha una maggioranza di Governo. Il Movimento Cinque Stelle è il primo partito italiano e conferma di essere la prima forza politica del centro-sud, dato che in alcune realtà ha ottenuto quasi il 40% dei voti. Seguono il PD, che tuttavia ha perso consensi rispetto al 2013, la Lega e Forza Italia. Per la prima volta nella sua carriera, sia politica e sia imprenditoriale, Silvio Berlusconi non ha ottenuto il risultato sperato, mentre la Lega ha acquisito consensi ma definirla una vittoria è alquanto azzardato. A prescindere dalla fede politica c’è un dato di fatto: vince il M5S. Ora la legge elettorale, per com’è stata impostata, non permette al candidato premier Luigi Di Maio di formulare una proposta di Governo perché il quorum non è stato raggiunto. Più vicina al traguardo è invece la coalizione del centro-destra, come si evince dalle percentuali (che però vanno trasformate in seggi, cioè in posti in Parlamento). Adesso l’ultima parola spetta al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che dovrà decidere se assecondare la volontà del Paese reale, tenendo conto dell’escalation del M5S soprattutto nelle regioni del Centro-Sud, o conferire il mandato alla coalizione vincitrice che tuttavia non ha la maggioranza assoluta. Il M5S con le sue percentuali non può essere confinato all’opposizione ma ritengo che difficilmente scenda a patti con le altre forze politiche per creare una maggioranza di Governo; se lo facesse perderebbe di credibilità e il M5S non ha fretta di governare. Ritengo che questa, a differenza di come scrivono la maggior parte dei giornali, non è la vittoria del Populismo ma è una presa di consapevolezza degli elettori sull’incapacità di una classe politica che si mostra stantia, vecchia e non più adatta a soddisfare le esigenze di un Sud Italia che vuole davvero cambiare.
I risultati incoraggianti ottenuti dalla Lega e quindi da Salvini, a mio parere, dimostrano che gli italiani hanno bocciato le linee politiche soprattutto in fatto di immigrazione ed europeismo perpetuate dai governi che si sono succeduti dal 2013 in poi e questo non fa dell’Italia un Paese razzista. I nostri concittadini esprimono un malcontento che va comunque osservato senza giudizi bensì ascoltando le istanze dell’opinione pubblica. Il Partito Democratico ne esce profondamente sconfitto ma questa non è la sconfitta di Matteo Renzi, è piuttosto la fine di un’epoca. Qualcuno parla già di vittoria del populismo, per me è un plebiscito del Popolo che cerca una sua voce netta e decisa, è una presa di consapevolezza di un Sud che non si fa più ingannare dalle caste con i voti di favore. Penso che le ‘vecchie’ forze politiche dovrebbero fare una sorta di mea culpa collettivo e invece continuano, come si evince da alcune dichiarazioni a mezzo stampa, a negare l’innegabile. L’Italia è dei 5Stelle, non dare la possibilità al primo partito italiano di governare sarebbe un grosso errore che confermerebbe ciò che la gente continua a pensare: è inutile. Il mio voto è inutile! Tanto decidono tutto loro…
Maria Ianniciello