Enrico Brignano al Teatro Sistina di Roma con Evolushow, la recensione dello spettacolo in scena fino al 29 marzo.
C’è una nota, su tutte, che si distingue nello spettacolo di Enrico Brignano, tornato a riempire il Teatro Sistina (dal 27 gennaio) in ogni ordine di posto, dopo i trionfi di Rugantino. Una nota che si percepisce chiaramente durante le due ore e trenta ininterrotte del suo nuovo show, che denota la maturità e conferma il suo spessore di monologhista di rango e mai banale: la rabbia. Evolushow ci fa conoscere un Enrico Brignano arrabbiato, indignato verso lo stato dell’evoluzione umana di cui tratteggia con grande ironia la storia, ripercorrendone gli inciampi, le deviazioni, le involuzioni, le continue mutazioni. Quell’essere umano, ultimo arrivato “allo stadio, a partita iniziata”, che ha causato danni inenarrabili nella sua brevissima storia. Un viaggio caustico, intelligente, anche cinico, divertentissimo, ma affilato come la lama di un coltello che si abbatte con precisione, separando antichi e nuovi comportamenti, vecchie e nuove presunzioni di onnipotenza, figlie di un mondo tecnologico che ci sfugge, rendendoci esseri smarriti, “volontariamente persi nel virtuale”. Dall’era del fuoco a quella del “compro oro”, dall’uomo scimmia alle nuove frontiere della depilazione, dalla mania dei nuovi cacciatori di teste (i fanatici del selfie), alla maleducazione imperante nei rapporti “liquidi” ed evanescenti, di masse inebetite ed anestetizzate, ipnotizzate dallo schermo di uno smart-phone. Evolushow è uno spettacolo divertente ma serissimo, ben concepito e costruito, un grido di rabbia e di speranza di fronte a quel buio cosmico da cui proveniamo (ricostruito suggestivamente in teatro) e sulla cui origine possiamo emettere solo incerti vagiti. In questo viaggi, a tratti davvero esilarante, Enrico Brignano è aiutato da una scenografia avvolgente e tecnologica (ebbene si) molto suggestiva e da un gruppo di “scimmioni” ballerini che, con lui, attraversano ogni epoca, fino a quella attuale, a sottolineare un’origine di cui è bene non dimenticare e che danno vita a delle coreografie bellissime. Un Enrico in grande forma, che più volte scende tra le poltrone della vasta platea incantando il pubblico col suo eloquio inarrestabile, conduce in porto uno show faticoso e che merita i “sold-out” che sta riscuotendo. Toccante il commiato, alla fine dello spettacolo, di grande amarezza e disprezzo nei confronti di chi ha ridotto l’amata città di Roma nell’attuale, miserevole stato. La nostra è davvero una evoluzione o un correre affannosamente verso una meta che non conosciamo, un procedere in avanti o una subdola involuzione mentale? Si esce dal teatro con queste domande e, confesso, con una certa ritrosia a riaccendere subito lo smart-phone. Enrico Brignano a Teatro è da non perdere.
Paolo Leone
Roma, Teatro Sistina. Dal 27 gennaio al 29 marzo
Si ringrazia l’ufficio stampa del Teatro Sistina nelle persone di Federica Fresa e Laura Fattore