Ettore Scola: i film e la carriera di un Maestro del cinema

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Ettore Scola nei suoi numerosi film ha fotografato l’Italia parlando il linguaggio dei semplici con onestà intellettuale. Nelle sue più famose e pluripremiate pellicole ritroviamo volti e voci di attori (alcuni purtroppo scomparsi) che hanno portato nel mondo il meglio del nostro Paese, da Vittorio Gassman a Marcello Mastroianni e Nino Manfredi, da Sophia Loren a Stefania Sandrelli, Sergio Castellitto e Ricky Tognazzi. L’elenco della sua filmografia è fitto di lungometraggi, girati nell’arco di un ventennio, dal boom economico fino agli anni Ottanta e Novanta. Scola guardava al passato per inquadrare il presente e mettere le basi per il futuro, e lo faceva con l’umiltà e il talento dei grandi maestri, senza mai rinnegare le proprie radici meridionali. Nato a Trevico nel 1931, piccolo paese di montagna della provincia di Avellino, si era poi trasferito da piccolissimo a Roma, dove tuttora viveva con la sua famiglia. Nella capitale aveva tratto ispirazione dai suoi predecessori, creando però uno stile cinematografico tutto suo.

Perché Ettore Scola è considerato uno dei registi più importanti del cinema italiano? Proviamo a scoprirlo attraverso una delle pellicole più belle: Una giornata particolare. Il film uscì nel 1977. Al centro della trama una coppia agli antipodi: una casalinga, che ha perso la gioia di vivere, impersonata da una straordinaria Sophia Loren, e un omosessuale destinato al confino che ha le sembianze di Marcello Mastroianni. I due s’incontrano in un palazzo popolare, dove la donna abita con la sua numerosa prole e il marito. In questo film, scritto dallo stesso Scola con Eugenio Maccari e Maurizio Costanzo, il campo d’azione si sposta nel 1938; la giornata particolare è quella dell’otto maggio. La famiglia della donna è alla parata di Hitler e di Benito Mussolini, che i due coprotagonisti, Antonietta e Gabriele, ascoltano alla radio. Che cosa hanno in comune una donna e un omossessuale? Sicuramente molto. La scelta stilistica di realizzare la fotografia in seppia, curata da Pasqualino De Santis, è vincente perché proprio, attraverso l’assenza di colori evidenti, si è voluto sottolineare come un unico modello di riferimento (il maschio latino forte e virile) predominasse sugli altri. In questo lungometraggio la donna e l’omosessuale sono legati dalla tragica consapevolezza di valere poco più di niente.

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Un’immagine di Una giornata particolare

Lo scorrere del tempo è il filo conduttore de La famiglia, uscito quasi un decennio dopo Una giornata particolare. Il passare degli anni qui cambia le persone rendendole non migliori ma solo diverse da ciò che erano in gioventù. Tra questi lungometraggi, appena menzionati, ci sono altri capolavori, uno su tutti è il pluripremiato C’eravamo tanto amati, dove Ettore Scola con la sua macchina da presa ripercorre sapientemente trent’anni di vita italiana, dal 1945 al 1974 anno in cui la pellicola uscì al cinema. I personaggi principali sono tre ex partigiani che si ritrovano a distanza di anni facendo un po’ il bilancio delle loro esistenze. Attraverso le peripezie di questi uomini riscopriamo l’essenza del Bel Paese. Il regista qui si avvale della solida tradizione teatrale creando un affresco lucido e disarmante, nel quale trapela quell’umorismo che denuncia e fa pensare. Ettore Scola è deceduto a Roma il 19 gennaio ma la sua Arte non morirà mai, perché mediante il suo modo di intendere e fare cinema siamo costretti a riguardarci allo specchio, di tanto in tanto.

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