L’addio a Paul Walker in un film tributo tra omaggio accorato e celebrazione postuma. Trama, recensione e trailer di Fast & Furious 7, dal 2 aprile nei cinema.
Voto: [usr 3.5]
Il frastornante luna park su ruote che dal 2001, anno del primo episodio di un franchise longevo e dal successo intermittente, ha raccontato le gesta della grande “famiglia” Toretto, arriva al capitolo sette sbancando i botteghini mondiali. A fronte del mezzo miliardo di dollari guadagnato in meno di una settimana di programmazione, Fast & Furious 7 si candida a battere il già cospicuo record di Cinquanta sfumature di grigio, grazie ad un mix scoppiettante a base di motori sferraglianti, eroi testosteronici, inseguimenti mozzafiato e, incredibile ma vero, auto volanti catapultate giù da aerei a bassa quota e grattacieli. “Una corsa vale una vita” è il mantra di Dominic Toretto (Vin Diesel), “pater familias” di un clan che, fin dal primo episodio si dedica, anima e corpo, al mondo della velocità, su auto fiammanti le cui carrozzerie griffate celebrano il muscolare superomismo “on the street”, in mezzo a villain dei servizi segreti, criminali altolocati e fratelli in cerca di vendetta. È il boss delle corse clandestine, bravo meccanico e pilota senza paura, inseparabile dalla sua Letty Ortiz (Michelle Rodriguez), che aveva ritrovato, rediviva, in Fast & Furious 6, ma è soprattutto il devoto amico di Brian O’Conner, il compianto Paul Walker, entrato di diritto nella banda dopo essere stato un agente infiltrato nelle corse clandestine. Avevamo lasciato, nel penultimo episodio, Dominic in viaggio verso casa, felice di ritornare, libero, a Los Angeles insieme a Letty, devastata dai traumi passati. Lo scontro con i piloti mercenari guidati da Owen Shaw aveva lasciato profonde ferite, non ultime quelle inferte a Deckard (Jason Statham), deciso, in questa nuova avventura, a vendicare il fratello che Dom e il suo clan hanno ridotto in fin di vita. Questi ultimi dovranno scovare, per conto della Cia, un misterioso hacker rapito dai terroristi per potersi avvalere dell’ “Occhio di Dio”, un congegno tracciante che li aiuterà a trovare il pericoloso nemico. Il primo quarto d’ora del film non smentisce le aspettative e inquadra lo spirito goliardico della serie nell’overdose parossistica in cui muscoli tirati a lucido, tatuaggi, donne amazzoni e altre “da vetrina”, hip-hop e motori rombanti in sottofondo, compongono una sarabanda un po’ kitsch e un po’ pulp che ha reso Paul Walker un’icona. I giochi hanno inizio, e nel modo più pirotecnico di sempre, con un incipit folgorante che mostra quella che diventerà una sfrontata e divertentissima corsa in cui chiunque, più che a non friggere i pistoni delle auto modificate, dovrà stare attento a dove fare atterrare la propria vettura. Tra rocambolesche fughe, esplosioni improvvise e acrobazie a mezz’aria, la pellicola declina il gioco metanarrativo tra realtà e finzione tingendolo di atmosfere celebrative ed elegiache, complice l’inaspettata dipartita di Paul Walker. È un’opera costruita su di lui, ma che non rende percepibile la costruzione delle scene “in (sua) absentia”, realizzate attraverso la computer graphics e il reclutamento dei suoi due fratelli gemelli Caleb e Cody usati come controfigure. Così Brian O’Conner viene di volta in volta resuscitato nelle concitate scene d’azione dalla vorticosa macchina da presa di James Wan, subentrato a Justin Lin in cabina di regia, come quando, aggrappato ad un autobus in bilico su uno strapiombo, si salva in extremis. Grazie agli sceneggiatori Chris Morgan e Gary Scott la finzione incontra la (macabra) realtà, modificando gli esiti di una morte precoce e disgraziatamente profetica. Anche questo è (ottimo) cinema. Wan, paladino del new horror (Saw, Insidious, Conjuring), passa dalle ghost story agli action inossidabili con agilità e smalto rinnovato, gettando nella mischia forsennata un super cast (c’è anche Dwayne Johnson) mai allo sbaraglio, sempre affiatato pur nelle molteplici avversità; aggirando le molte inverosimiglianze della trama e infischiandosene di una storia che definire poco originale sarebbe un eufemismo. Fast & Furious 7 fa della pulsione ormonale “su strada” la regola ineccepibile per un’esibizione spettacolare che porta a mille giri suspense e adrenalina. E centra in pieno il bersaglio.
Trailer di Fast & Furious
Vincenzo Palermo