La Francia ama l’Italia. La 67° edizione del Festival di Cannes ha visto trionfare Alice Rohrwacher con il film “Le Meraviglie” che si aggiudica il prestigioso Grand Prix della Giuria tra scroscianti applausi. La regista di Fiesole ha ritirato il premio consegnatole da Sophia Loren, madrina d’eccezione, con tutta la fierezza di una sentita “italianità”. Pur padroneggiando benissimo il francese, sceglie di parlare in italiano, ringrazia i giurati, la sorella Alba, il “babbo” e racconta un simpatico aneddoto sulle api sostenendo che, una loro puntura in gioventù, risparmia i reumatismi durante la vecchiaia. Il suo secondo lungometraggio, dopo “Corpo celeste”, restituisce in tutta la sua levità e crudezza, l’inquieta natura di un’adolescenza, quella di Gelsomina, scandita dal ritmo delle stagioni e dalla produzione di miele, marmellate e altre delizie del mondo bucolico in cui vive. Due anni dopo la celebrazione di Matteo Garrone con “Reality”, l’Italia strega ancora la Croisette, con il fascino del linguaggio sperimentale e ricercato di una vera outsider del cinema italiano. Una vittoria che è dunque segno di rinascita tutta al femminile: Alice è la prima regista del Bel Paese ad accaparrarsi un riconoscimento al Festival d’oltralpe. Il turco Nuri Bilge Ceylan, regista di “Winter sleep” è Palma d’oro, grazie a un potente dramma filosofico tra Shakespeare e Cechov, osannato dalla giuria e dal pubblico in sala. Il “sonno invernale” di un habitué della cerimonia, in oltre tre ore di durata, ipnotizza gli spettatori con il potere incantatorio della parola nei freddi scenari dell’Anatolia. Premio della giuria ex-aequo a Jean-Luc Godard (Adieu au langage) e Xavier Dolan (Mommy). Sul versante attori, se Monica Bellucci, diretta ne “Le Meraviglie” dalla Rohrwacher, è la diva più cercata e fotografata, Julianne Moore in “Maps to the stars” e Timothy Spall in “Mr. Turner” sono i migliori attori. A mani vuote i fratelli Dardenne, in concorso con “Deux Jours, une nuit” e la splendida Marion Cotillard, allergica a Cannes, quanto Di Caprio agli Oscar. Vince a sorpresa Bennett Miller per la regia di “Foxcatcher”, “Leidi” di Simon Mesa Soto nella sezione cortometraggi; “Pretty Girl” del trio Claire Burger, Samuel Theis, Marie Amachoukeli porta a casa la Camera d’or e infine il meritato premio per la migliore sceneggiatura va a “Leviathan” di Andrey Zvyagintsev.
Vincenzo Palermo