Gabriella Perugini: “La musica? Cura il corpo e l’anima”

Gabriella Perugini è un’artista di rara sensibilità e di grande cultura. Torinese di nascita, esperta liutista, da molti anni emoziona attraverso concerti che lei stessa definisce “multisensoriali”. Le sue performance live, infatti, coinvolgono il pubblico a 360 gradi, trasmettendo la bellezza onirica e senza tempo della poesia e la forza evocativa e benefica della musica, vera cura per il corpo e per l’anima. A poche ore da “Fluide consonanze”, in scena questa sera e sabato nel capoluogo piemontese, abbiamo incontrato Gabriella, la quale ci ha aperto le porte del suo magico mondo di note e di parole.

 

 

Gabriella, questa sera porta in scena “Fluide consonanze”. Di cosa si tratta?

Fluide consonanze è uno dei miei concerti multisensoriali a tema e prevede il coinvolgimento di tutti i sensi durante l’esecuzione. Sviluppo la tematica scelta attraverso i linguaggi poetico, figurativo e musicale per venire incontro ad un pubblico che manifesta una progressiva difficoltà a rimanere concentrato su un unico stimolo. L’abitudine di fare zapping sta purtroppo modificando la metodologia di fruizione in ogni ambito artistico, di qui la felice intuizione di proporre concerti più completi.

Cosa deve aspettarsi il pubblico?

Fluide consonanze è un’occasione per far vivere l’ascolto musicale attraverso profumi, percezioni tattili, gusto, amplificandone la risposta emozionale. Nel concerto che presenterò a Torino il tema è quello dell’acqua, elemento familiare ai torinesi e durante la performance il pubblico potrà gustare una tisana, annusare profumi che evocano ambienti fluviali, percepire la vibrazione sonora trasmessa attraverso l’acqua in una campana tibetana.

Perché ha scelto di esibirsi proprio a Torino? 

Ho deciso di dedicare questo concerto multisensoriale alla mia città natale proprio perché è uno dei pochi luoghi al mondo attraversato da quattro fiumi. Amo Torino e negli ultimi anni si presenta ai turisti in forma smagliante. E’ una città barocca di eleganza subalpina, raffinata, discreta e perfettamente in sintonia con le musiche rinascimentali e barocche che eseguo con liuto e tiorba.

Quali poeti ha scelto per arricchire la sua performance?

Per una maggiore connessione con la storia della città ho selezionato  alcuni versi poetici di scrittori piemontesi, fra cui Guido Gozzano , Arturo Graz e Cesare Pavese, in cui il riferimento al fiume e alla città è esplicito. I due concerti torinesi  rappresentano anche l’occasione per festeggiare il primo lustro dei concerti multisensoriali in due location d’eccezione: la settecentesca Villa Tesoriera e la Chiesa del Monte dei Cappuccini affacciata sul centro città. Un omaggio a Torino, alle sue bellezze artistiche, alla sua storia e l’augurio di una rinascita anche a livello economico.

Qual è il potere sprigionato dalla musica? 

La musica ha un potenziale altissimo. Le cellule del nostro corpo comunicano attraverso frequenze sonore quindi la risonanza della musica non può che avere una valenza positiva a livello psicologico e anche per diverse tipologie di problematiche fisiche. Il suono rilassa, ci connette con l’io profondo, ci rallegra, ci carica di energia, riduce lo stress, aiuta a riposare meglio, questi sono soltanto alcuni degli effetti positivi della musica sull’uomo.

Come si è avvicinata al liuto? Cosa la affascina di questo strumento così antico?

Il mio Maestro Pier Luigi Cimma fu uno dei pionieri della musica rinascimentale e possedeva dei liuti. Mi ha trasmesso l’amore per questo periodo storico e il fascino di questi strumenti così delicati. Purtroppo molti considerano la musica per liuto “di nicchia”, il mio costante impegno è rivolto a dimostrare il contrario: la musica rinascimentale, in particolare, è di immediata lettura, la struttura formale non è complessa, il ritmo ben determinato. E’ molto più difficile ascoltare una Sinfonia di Beethoven!  Unico limite del liuto è la potenza della sua voce che non si adatta a spazi molto grandi, infatti nel passato lo strumento era suonato in saloni nobiliari di palazzi e castelli. L’aspetto che più mi affascina nel liuto è la sua capacità di far risuonare le corde del cuore e di catapultare l’ascoltatore nel passato, inoltre la posizione che si assume per suonarlo sembra un abbraccio e permette la trasmissione diretta della vibrazione.

Può descrivere il suo percorso di crescita artistica?

Ho studiato in Conservatorio a Torino e mi sono diplomata in chitarra perché non esisteva ancora la classe di liuto. Ho approfondito lo studio del repertorio rinascimentale e barocco e mi sono laureata in Estetica musicale all’Università degli studi di Torino. Ho sempre amato le materie umanistiche e ho sempre ritenuto  indispensabile essere una musicista culturalmente preparata. Naturalmente la mia passione per la musica è stata trasferita negli studi accademici, infatti ho discusso una tesi di laurea incentrata sui musicisti e strumenti alla corte sabauda nel XVII-XVIII secolo. Le ricerche svolte in tal senso mi hanno portata alla riscoperta di alcuni autori piemontesi di quegli anni che si sono dedicati anche alla tiorba, lo strumento a pizzico con un numero maggiore di corde rispetto al liuto.

Che ruolo gioca l’arte nella sua vita?

Ho sempre amato l’arte in tutte le sue manifestazioni: un quadro di Caravaggio o una scultura mi commuovono alle lacrime. Proprio per questo ho sentito la necessità di trasformare il concerto tradizionale in un concerto multisensoriale. L’essere donna musicista, nel mio caso, è stato un valore aggiunto, senza nulla togliere alla grande professionalità di tanti colleghi uomini: sono stata la prima donna diplomata in chitarra a Torino e una delle poche liutiste. La sensibilità femminile ben si presta agli strumenti che ho scelto e posso dire che riesco a coniugare il mio ruolo di moglie e mamma di tre figli con la mia professione concertistica.

Come riesce a conciliare tutto ciò?

I miei figli mi sono molto vicini, collaborano attivamente alla riuscita dei miei concerti in vario modo: Federica (15 anni) è la voce recitante e si esibisce con le campane tibetane, Andrea (18 anni) e Luca (26 anni) si occupano della parte tecnica e del corredo immagini. E’ una condizione ideale condividere con i figli la propria passione e costituisce un modo per migliorare le relazioni interpersonali, il rispetto e la stima reciproci. Possiamo veramente definirci una sorta di “Boutique familiare” e la sintonia si percepisce a pelle!

Prossimi progetti?

Chi mi conosce bene spesso mi definisce  “vulcano in continua eruzione”. Progetti? Ma certo! Ne termino uno e sono già immersa nel successivo, con un entusiasmo smisurato. Il prossimo sarà un cd dal titolo “Intrecci sensoriali”, disponibile dal mese di marzo 2015. Non ho mai amato le riproduzioni audio perché ritengo che l’emozione della musica dal vivo non abbia pari, tuttavia le richieste costanti del pubblico mi hanno convinta a fissare le mie note su un disco. Ma anche in questo caso non rinuncerò alla sensorialità… Il cd conterrà 6 sequenze di brani per liuto, una per ognuno dei 6 concerti multisensoriali che ho inteso rappresentare.

Nuovi concerti?

Sto già programmando la stagione concertistica estiva con concerti in Sardegna, altri per Expo 2015 nelle Valli olimpiche, altri ancora in Toscana, Sicilia e lo sguardo sempre puntato all’estero, un modo per portare con orgoglio la musica italiana rinascimentale e barocca.  Ho suonato recentemente in Polonia ottenendo molti consensi e ho presentato il concerto multisensoriale “Acini sul pentagramma” dedicato al vino mantenendo la recitazione dei versi poetici in lingue originali per non deturparne la musicalità.

Silvia Marchetti

 

 FLUIDE CONSONANZE di Gabriella Perugini

Giovedì 5 febbraio, ore 17, Villa Tesoriera, Torino

Sabato 7 febbraio, ore 21, Chiesa del Monte dei Cappuccini, Torino 

 

 

 

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