La recensione di Volare – omaggio a Domenico Modugno con Gennaro Cannavacciuolo, in scena al Teatro della Cometa di Roma.
Ci sono attori, pochi, che meritano applausi e riconoscenza per il solo fatto di esistere. Capaci di grande magnetismo, riescono nel volgere di pochi istanti a far ridere il pubblico e subito a commuoverlo, inchiodandolo alle poltrone. Il movimento di un sopracciglio è sufficiente al mutamento di registro e senza apparente sforzo, nella massima naturalezza. E’ quello che accade, a teatro, in “Volare – omaggio a Domenico Modugno” con Gennaro Cannavacciuolo autentico mattatore della scena. Spettacolo che si avvia felicemente verso la trecentocinquantesima replica, nato nel 1987 in accordo con lo stesso Modugno, torna a Roma al Teatro della Cometa e continua ad emozionare con classe sopraffina. E’ un recital in cui convivono, grazie alla maestrìa del suo interprete, generi diversi magicamente assemblati. Dalla farsa alla rivista, dal cabaret alla grande prosa, dalle canzoni magnificamente interpretate ai ricordi di gioventù, quando il giovane Cannavacciuolo frequentava Eduardo De Filippo e Pupella Maggio. Tutto, in questo spettacolo, trasuda verità, amore e rispetto. Quasi in punta di piedi, senza sentimentalismi, con l’eleganza, il garbo e l’immensa teatralità della sua figura, il grande artista partenopeo ci trasporta nell’anima dello spettacolo dove batte forte il cuore della grande cultura teatrale napoletana, dalle infinite sfumature comiche e tragiche. E’ il rumore del mare ad aprire lo show, quasi un omaggio alle sue origini, lui figlio di un pescatore, e subito prosegue con personaggi da farsa, ricchi di colori, per interpretare canzoni come “La donna riccia”, o “Io mammeta e tu”, per poi passare repentinamente allo splendido colloquio tra madre e figlio (con la chicca della voce registrata di Pupella Maggio) tratto dal “Tommaso d’Amalfi”, l’unica commedia musicale di Eduardo (con lo stesso Modugno) sulla storia di Masaniello, una pennellata di grande prosa e poesia. E via, tra i brani più celebri del compianto artista pugliese, gli aneddoti, i ricordi, sempre in un clima molto soft e di grande dolcezza, come in un salotto buono, tra vecchi amici. Un recital molto coinvolgente, elegante, raffinato, in cui Gennaro Cannavacciuolo è la calamita che attira e ipnotizza il pubblico presente, avvolgendolo di toni ora dolci, ora allegri, ora malinconici, senza risparmiarsi sul palco, dove canta, recita, accenna passi di tip tap, con grande ritmo e sicurezza. Si ha la sensazione che lui non faccia teatro, ma che sia il teatro. Uno spettacolo d’altri tempi e senza tempo. Tanto si è scritto negli anni su questo recital, ma forse ciò che meglio potrebbe definirlo è il canto, di tutta la platea, di “Meraviglioso”, un momento di magia che purtroppo non si può scrivere ma solo vivere direttamente. Non perdete questa occasione.
Paolo Leone
Roma, Teatro della Cometa (via del Teatro Marcello 4). Dal 17 febbraio all’8 marzo.
Leart’ ed Elsinor presentano: “Volare” – omaggio a Domenico Modugno
Con Gennaro Cannavacciuolo. Regia di Marco Mete. Musiche eseguite dal vivo da Marco Bucci al pianoforte; Claudia Della Gatta al violoncello; Andrea Tardioli al clarinetto e sax contralto.
Si ringrazia l’ufficio stampa della Compagnia nella persona di Maya Amenduni.