Una carriera musicale unica e inimitabile, una storia d’amore lunga 52 anni. Gianni Morandi raccoglie tutte le emozioni, le canzoni, i ricordi di una vita vissuta intensamente sopra e sotto il palco. Lo fa attraverso “Autoscatto 7.0”, un doppio album che fotografa un percorso artistico e umano intrapreso a braccetto con più generazioni. L’artista bolognese, prossimo a festeggiare i 70 anni, ripropone in questo nuovo progetto discografico i brani più significativi del suo repertorio, oltre ad alcuni inediti come l’ultimo singolo, “Io ci sono”. «Posso dire di aver vissuto due carriere! – confessa Morandi – Dopo oltre mezzo secolo di musica mi chiedo se è il caso di continuare. Non avrei mai pensato, nel lontano 1962, di arrivare ad avere così tanto successo e affetto da parte del pubblico. Da 32 copie vendute del mio primo disco sono passato a decine di migliaia. Sai qual è la verità? Mi diverto ancora tanto a fare questo mestiere. Forse mi diverto più oggi rispetto al passato. Ridere con la musica fa bene. Fa bene al corpo e allo spirito. E’ importante soprattutto in questo momento di grave difficoltà che tutti stiamo vivendo. Un periodo diverso dagli anni Sessanta, quelli del boom economico e del sorriso».
Gianni Morandi imbraccia la chitarra e di fronte ai giornalisti, chiamati ieri sera alla presentazione milanese di “Autoscatto 7.0”, canta e suona i brani che lo hanno reso uno degli artisti italiani più amati di tutti i tempi. Tra “Fatti mandare dalla mamma” e “C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones”, Morandi svela segreti e racconta simpatici aneddoti legati alla nascita di alcuni pezzi storici, divertendosi a prendere in giro l’amico paroliere Mogol. «Giulio è straordinario ma un vero rompiscatole! – ride – Un perfezionista. Non so quante volte mi ha fatto rifare certe canzoni. Mi mandava a scuola, voleva che studiassi sempre per migliorare. Abbiamo realizzato cose importanti insieme». Tra i tanti successi inseriti nel nuovo doppio album di Gianni Morandi, venti dei quali scelti dai fan dell’artista, spicca “Uno su mille”: «E’ stata la canzone più votata in assoluto – spiega il cantante emiliano – Forse per il messaggio di forza e di ottimismo del testo. Se sei a terra non strisciare mai, dice il pezzo». E poi c’è “Vita”, uno dei gioielli realizzati con l’indimenticabile Lucio Dalla, compagno di avventure musicali e calcistiche. «Lucio mi manca tanto. Eravamo molto diversi come persone, eppure eravamo inseparabili. La nostra amicizia è nata nel 1963. Ci siamo avvicinati perché entrambi tifosi del Bologna, poi ci siamo ritrovati ad inizio degli anni Ottanta, per realizzare Vita. Una canzone scritta per Mina, che iniziava con Cara in te ci credo. Fu scartata, non ricordo per quale motivo. Lucio la modificò nel pezzo che tutti conosciamo».
In “Autoscatto 7.0” ci sono molte canzoni scritte da illustri colleghi con i quali Gianni ha collaborato durante la sua vita, tra cui Francesco De Gregori ed Eros Ramazzotti, ma anche brani mai incisi fino ad oggi, come i due pezzi scritti per lui nel 2012 da Cesare Cremonini, “Lascia il sole” e “Amor mio” (colonna sonora del film “Padroni di casa di Edoardo Gabbriellini). Nella raccolta compare anche il duetto con una giovanissima Alessandra Amoroso (“Credo nell’amore”, 2009) e con Amii Stewart (“Grazie perché”). «Mi piaceva l’idea di un’istantanea, di una fotografia del mio repertorio – spiega Gianni – La foto di copertina dell’album arriva da Facebook, l’unico social che utilizzo personalmente, talvolta aiutato da mia moglie Anna e da mio figlio Pietro. Mi piace il contatto diretto con le persone, anche quando ti criticano o ti prendono in giro. Mi piace la normalità. Cerco di lanciare messaggi sereni, di ottimismo, perché penso che la gente ne abbia fin sopra i capelli di brutte notizie e di tristezza. Forse le mie foto e i miei messaggi saranno anche banali, ma ci pensano già i telegiornali e i media a parlare di tragedie. E poi le mie foto con i fagioli e quelle in cui coltivo l’insalata hanno avuto più mi piace dei post dei rapper! Ho battuto i Club Dogo!”» (ride, ndr).
Ottimismo, forza, gioia di vivere e voglia di sorridere. Sempre. Gianni Morandi riesce ancora a stupire per l’energia e la passione che mette in ogni cosa che dice e che fa. I suoi occhi si accendono e brillano ogni volta che intona un brano, sia esso di quarant’anni fa o di ieri. Con l’entusiasmo di un ragazzino e la saggezza di un settantenne, Morandi svela il suo segreto: «Non mi sono mai drogato, non fumo canne, non faccio uso di cocaina. Vivo di musica e di allegria. Perfino gli anni nerissimi della mia carriera mi hanno rigenerato”. E prima di cantarci l’ennesima canzone estratta da “Autoscatto 7.0”, c’è tempo per una riflessione sul momento politico attuale: “Non sono andato a votare alle elezioni regionali. Da emiliano sono molto deluso. Non avrei mai pensato che anche la mia regione fosse coinvolta in scandali politici. Per la prima volta non ho votato, forse perché davo per scontata la vittoria di Stefano Bonaccini del PD. Il cambio generazionale è inevitabile e credo che sia giusto, in politica come altrove. Sono un sostenitore dei giovani. Però ho vissuto l’escursione da Togliatti a Renzi. Vedere oggi come è cambiata la politica mi rattrista. Ma voglio credere alla rinascita dell’Italia».
Silvia Marchetti